2006-09-28 15:40:02

L'Europarlamento auspica che il viaggio del Papa in Turchia rilanci il dialogo islamo-cristiano


(28 settembre 2006 - RV) “Il viaggio del Papa in Turchia contribuisca al dialogo interreligioso e interculturale”: è l’auspicio espresso dai deputati del Parlamento Europeo a Strasburgo, che ieri hanno adottato – con 429 voti favorevoli, 71 contrari e 125 astensioni – un emendamento presentato da Camiel Eurlings, a nome del Partito popolare europeo (Ppe), sull’adesione della Turchia all’UE. Nell’emendamento si sottolinea l’importanza del rafforzamento dei legami tra Turchia e UE, pur costatando un sostanziale rallentamento delle riforme nel Paese, che potrebbe cancellare le speranze di una piena adesione. Gli eurodeputati segnalano “progressi insufficienti” in merito alla libertà di culto e di espressione, ai diritti delle minoranze e delle donne e, più in generale, all’affermazione di uno Stato di diritto, in cui la legge prevalga sull’arbitrio delle autorità e dei singoli. Nel condannare con forza l’assassinio di don Andrea Santoro, avvenuto lo scorso 5 febbraio a Trebisonda, l’emendamento sollecita la tutela dei diritti fondamentali di tutte le minoranze e comunità cristiane ed auspica che la visita di Benedetto XVI in Turchia, in programma dal 28 al 30 novembre, “contribuisca con forza al dialogo interreligioso e interculturale fra il mondo cristiano e musulmano”. Gli europarlamentari chiedono, inoltre, “che l’educazione religiosa sia volontaria per tutti e che ciò non riguardi soltanto la religione sunnita, e che a coloro i quali non intendono avvalersi dell’educazione religiosa sia offerto un insegnamento alternativo che affronti i valori, le norme e le questioni etiche”. Alla Turchia viene inoltre intimato di “rispettare gli impegni presi” per l’apertura dei suoi scali alle navi e agli aerei di Cipro, mettendo da parte il contenzioso ultraventennale che vede l’isola divisa tra Repubblica greco-cipriota, membro dell’UE, e la Repubblica turca di Cipro Nord, priva di riconoscimento internazionale. Unica concessione ad Ankara: la scomparsa della richiesta al governo Erdogan del riconoscimento del genocidio degli armeni come “precondizione” all’adesione. L’emendamento mantiene comunque l’invito a riconoscere lo sterminio degli armeni e sottolinea che è “indispensabile” affrontare seriamente la questione.
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