I commenti di Younis Tawfik e p. Samir Khalil Samir all'incontro di Castel Gandolfo
All’incontro di Castel Gandolfo è intervenuto questa mattina anche lo scrittore musulmano
iracheno Younis Tawfik. Al microfono di Salvatore Sabatino, così ha commentato il
discorso di Benedetto XVI: ********** R.
– E’ stato un discorso emozionante e toccante perchè non ha voluto riprendere o ricalcare
la polemica dei giorni passati ma bensì fare un discorso del tutto nuovo come se volesse
fare una svolta, un cambiamento di pagina dando l’impressione di un proseguimento
di un cammino della Chiesa, verso la strada del dialogo e del confronto. Ha ribadito
la sua stima all’Islam, ai musulmani, il suo rispetto, per cui ci ha dato una lezione
di grande tolleranza soprattutto quando è passato a salutarci uno per uno, si è fermato
abbastanza per chiedere di noi e per ringraziarci di essere venuti alla sua udienza. D.
– Benedetto XVI ha detto di essere profondamente convinto che nella situazione in
cui si trova il mondo oggi è un imperativo per i cristiani e i musulmani impegnarsi
per affrontare insieme le numerose sfide con le quali si confronta l’umanità… R.
– Questo suo breve discorso è stato una lezione per me magistrale per farci capire
l’importanza del dialogo e del confronto soprattutto in questo momento, laddove tante
persone stanno cercando di giocare per i loro interessi o per altro, per fomentare
l’odio e lo scontro. Il discorso del Santo Padre invece è stato quello di evitare
questo scontro, di invitare tutti quanti a riflettere sull’importanza della pace e
i valori dell’umanità, ha detto che le nostre fedi ci tengono uniti nel Credo in un
Dio, unico Dio di Abramo, ma anche il Dio della pace e dell’amore. D. - Quali sono
state le reazioni degli ambasciatori presenti a questo importante incontro? R.
- Direi che lo hanno accolto con un grande applauso e poi c’è stata una bella foto
di gruppo, tanta cordialità: immagino che tutti abbiamo affrontato questo incontro
con Sua Santità con grande serenità. Per me è stato un momento di riconciliazione
e di riflessione. Io, infatti, gli ho detto grazie di aver compreso l’importanza del
pensiero di Averroè e gli ho chiesto di aiutarci a camminare verso la pace e il dialogo. ********** Fabio
Colagrande ha raccolto un altro commento alle parole del Papa di oggi, quello del
padre gesuita Samir Khalil Samir, docente di Islamologia all’Università Saint Joseph
di Beirut e al Pontificio Istituto Orientale di Roma: ********** R.
– E’ un discorso che insiste sulla continuità della visione cattolica del rapporto
con l’Islam a partire dal Concilio Vaticano II, passando attraverso i vari Pontificati,
soprattutto quello di Giovanni Paolo II. E questo penso perché qualcuno ha detto che
c’è una svolta nel Pontificato di Benedetto XVI, perché lui – secondo alcuni - invece
di sottolineare il dialogo, indicherebbe più le differenze. Mi pare invece che la
linea continua. Il secondo punto sta nel fatto che Benedetto XVI ripete i valori religiosi
comuni: i musulmani ed i cristiani hanno dei valori comuni che devono essere testimoniati
nel mondo moderno, troppo secolarizzato. Una terza parola chiave è quella della reciprocità.
D. – Padre Samir, quanto è importante il concetto di reciprocità per continuare
il dialogo tra cristiani e musulmani? R. – L’idea è fondamentale, ma intesa non
nel senso negativo: se qualcuno si oppone a noi, noi ci opporremo a loro; se ci vietano
di costruire una chiesa, non vieteremo di costruire una moschea. Certamente questo
non è pensabile nella tradizione cattolica. Si tratta quindi di una reciprocità nel
positivo, una specie di emulazione nel bene. Noi vogliamo la libertà religiosa per
tutti e insieme andiamo avanti nel senso dei diritti umani: così la reciprocità diviene
costruzione di una civiltà comune e non un ricatto per far paura all’altro, ma al
contrario. **********