In questa 25a domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui
Gesù preannuncia ai discepoli la sua morte e risurrezione. Ma essi non capiscono:
anzi discutono tra di loro su chi sia il più grande. Allora Gesù dice: «Se uno
vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». Su questo brano
evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik: *********** Cristo
entra in pieno territorio della Galilea e non vuole che alcuno lo sappia. Ormai è
chiaro perché: Lui è il Messia nell’amore del Padre, mentre la gente proietta su di
Lui la propria immaginazione messianica. Ai discepoli, cioè ai più intimi, ridice
l’annuncio della sua Passione, ma loro non capiscono e non osano neanche chiedere
spiegazioni: la loro mente è occupata dai loro ragionamenti. Discutono su chi sia
il più grande tra di loro, mentre Cristo sta contemplando l’ora della Redenzione,
la piena realizzazione dell’amore del Padre per gli uomini, l’ora della sua Pasqua.
Ma, infatti, i discepoli con il proprio ragionamento esprimono la necessità di essere
redenti, cioè amati da qualcuno senza sentire il bisogno di affermare di esserci.
“Quanto il cielo sovrasta la terra tanto i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”:
chi ama con l’amore di Cristo sa che l’amore passa attraverso la propria morte e così
l’uomo salva la propria vita: ma chi pensa di amare senza il sacrificio di sé si illude
in false ambizioni. **********