2006-09-20 15:54:15

Oggi i funerali di suor Leonella: prima di morire ha perdonato i suoi assassini


(21 settembre 2006 - RV) Si terranno questa mattina a Nairobi, in Kenya, alle nove ora italiana, i funerali di suor Leonella Sgorbati, la missionaria della Consolata di origine piacentina, uccisa domenica a Mogadiscio, in Somalia, con sette colpi di pistola. Contemporaneamente, il superiore generale dei Missionari della Consolata, padre Achilleo Fiorentini, celebrerà una Messa di suffragio nella Casa Generalizia delle missionarie a Nepi, in provincia di Roma. Sarà rispettata la volontà della religiosa di essere sepolta in Kenya, dove aveva vissuto 30 anni. Le spoglie di suor Leonella riposeranno nel cimitero della Famiglia Consolatina a Nazareth, una località nei pressi di Nairobi. Intanto, le forze di sicurezza delle Corti Islamiche, che da giugno controllano buona parte della Somalia, hanno già arrestato uno dei due assassini della missionaria. Fermati anche altri due uomini, che sarebbero testimoni dell’omicidio. E stamani, in Italia, la Camera dei deputati ha ricordato suor Leonella con un minuto di silenzio. “Noi possiamo solo lavorare per il bene e per la pace, adoperandoci per l’avvento del Regno nel quale il perdono avrà il sopravvento sulle forze dell’egoismo, dell’odio e sulla sete di potere”: così scriveva suor Leonella in una lettera di auguri inviata nel Natale del 1996 alle missionarie della diocesi di Piacenza-Bobbio, dove era nata nel 1940. Parole che rievocano quelle pronunciate prima di morire: “Perdono, perdono, perdono”. Parole che, dice la superiora generale delle Missionarie della Consolata, suor Gabriella Bono, in un’intervista al quotidiano Avvenire, “sono diventate un dono, un’eredità per noi, per il popolo somalo e per tutta la Chiesa”. La madre generale annuncia una veglia di preghiera, sabato prossimo a Nepi alle ore 21.00, “per ottenere dal Signore la riconciliazione e la pace tra i popoli”. “Questo voleva suor Leonella – spiega – e questo abbiamo detto anche al Santo Padre, esprimendogli tutta la nostra vicinanza, perché immaginiamo che anche lui stia soffrendo particolarmente”. “In questi giorni, infatti – aggiunge – molti mezzi di comunicazione hanno strumentalizzato le parole del Papa (all’Università di Ratisbona, lo scorso 12 settembre - ndr), collegandole agli avvenimenti di Mogadiscio”. Ieri – lo ricordiamo – in un telegramma di cordoglio a firma del segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, indirizzato alle Missionarie della Consolata, Benedetto XVI aveva auspicato “che il sangue versato da una così fedele discepola del Vangelo” diventasse “seme di speranza per costruire un’autentica fraternità tra i popoli nel rispetto delle reciproche convinzioni religiose”. Ed è significativo, in questo senso, come suor Leonella, nella sua attività di fondatrice e insegnante di una scuola professionale per infermieri a Mogadiscio, si fosse a poco a poco “guadagnata il rispetto di tutti, musulmani compresi”. “Anzi – racconta suor Gabriella Boni – anche quando c’era un dubbio diceva sempre: ‘Leggi il Corano, vai a vedere cosa dice il Profeta su questo problema’. Così promuoveva il dialogo interreligioso”. Perdono, perdono, perdono. “Sì – afferma la madre generale – noi vogliamo ripartire da quelle tre parole. Vogliamo fare nostro il perdono di Suor Leonella. E domenica scorsa, a Messa – ha concluso – la prima intenzione di preghiera è stata per gli assassini, affinché il Signore tocchi il loro cuore. Lui conosce la via”.








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