Oggi i funerali di suor Leonella: prima di morire ha perdonato i suoi assassini
(21 settembre 2006 - RV) Si terranno questa mattina a Nairobi, in Kenya, alle nove
ora italiana, i funerali di suor Leonella Sgorbati, la missionaria della Consolata
di origine piacentina, uccisa domenica a Mogadiscio, in Somalia, con sette colpi di
pistola. Contemporaneamente, il superiore generale dei Missionari della Consolata,
padre Achilleo Fiorentini, celebrerà una Messa di suffragio nella Casa Generalizia
delle missionarie a Nepi, in provincia di Roma. Sarà rispettata la volontà della religiosa
di essere sepolta in Kenya, dove aveva vissuto 30 anni. Le spoglie di suor Leonella
riposeranno nel cimitero della Famiglia Consolatina a Nazareth, una località nei pressi
di Nairobi. Intanto, le forze di sicurezza delle Corti Islamiche, che da giugno controllano
buona parte della Somalia, hanno già arrestato uno dei due assassini della missionaria.
Fermati anche altri due uomini, che sarebbero testimoni dell’omicidio. E stamani,
in Italia, la Camera dei deputati ha ricordato suor Leonella con un minuto di silenzio.
“Noi possiamo solo lavorare per il bene e per la pace, adoperandoci per l’avvento
del Regno nel quale il perdono avrà il sopravvento sulle forze dell’egoismo, dell’odio
e sulla sete di potere”: così scriveva suor Leonella in una lettera di auguri inviata
nel Natale del 1996 alle missionarie della diocesi di Piacenza-Bobbio, dove era nata
nel 1940. Parole che rievocano quelle pronunciate prima di morire: “Perdono, perdono,
perdono”. Parole che, dice la superiora generale delle Missionarie della Consolata,
suor Gabriella Bono, in un’intervista al quotidiano Avvenire, “sono diventate un dono,
un’eredità per noi, per il popolo somalo e per tutta la Chiesa”. La madre generale
annuncia una veglia di preghiera, sabato prossimo a Nepi alle ore 21.00, “per ottenere
dal Signore la riconciliazione e la pace tra i popoli”. “Questo voleva suor Leonella
– spiega – e questo abbiamo detto anche al Santo Padre, esprimendogli tutta la nostra
vicinanza, perché immaginiamo che anche lui stia soffrendo particolarmente”. “In questi
giorni, infatti – aggiunge – molti mezzi di comunicazione hanno strumentalizzato le
parole del Papa (all’Università di Ratisbona, lo scorso 12 settembre - ndr), collegandole
agli avvenimenti di Mogadiscio”. Ieri – lo ricordiamo – in un telegramma di cordoglio
a firma del segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, indirizzato alle Missionarie
della Consolata, Benedetto XVI aveva auspicato “che il sangue versato da una così
fedele discepola del Vangelo” diventasse “seme di speranza per costruire un’autentica
fraternità tra i popoli nel rispetto delle reciproche convinzioni religiose”. Ed è
significativo, in questo senso, come suor Leonella, nella sua attività di fondatrice
e insegnante di una scuola professionale per infermieri a Mogadiscio, si fosse a poco
a poco “guadagnata il rispetto di tutti, musulmani compresi”. “Anzi – racconta suor
Gabriella Boni – anche quando c’era un dubbio diceva sempre: ‘Leggi il Corano, vai
a vedere cosa dice il Profeta su questo problema’. Così promuoveva il dialogo interreligioso”.
Perdono, perdono, perdono. “Sì – afferma la madre generale – noi vogliamo ripartire
da quelle tre parole. Vogliamo fare nostro il perdono di Suor Leonella. E domenica
scorsa, a Messa – ha concluso – la prima intenzione di preghiera è stata per gli assassini,
affinché il Signore tocchi il loro cuore. Lui conosce la via”.