Indonesia: il 21 settembre la fucilazione di tre cattolici, nonostante l'appello del
Papa
(19 settembre 2006 - RV) Fissata per dopodomani, 21 settembre, la fucilazione dei
tre cattolici indonesiani, la cui esecuzione era stata rinviata dopo gli interventi
della comunita’ internazionale e del Papa. I tre erano stati condannati a morte per
un massacro di musulmani avvenuto nel 2000, ma sulla sentenza pesano forti dubbi.
Il servizio di Alessandro de Carolis.
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sembrano esserci più speranze per Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwa,
i tre cattolici condannati a morte in Indonesia, nelle Sulawesi centrali: saranno
giustiziati il prossimo 21 settembre. La decisione, riferisce AsiaNews, è arrivata
al termine di un incontro a porte chiuse tra il generale maggiore Arif Budi Sampurno,
capo regionale dell’esercito per la provincia di Sulawesi, Badrotin Haiti, capo della
polizia delle Sulawesi centrali, e Mannan SH, procuratore capo provinciale. Oggi Stephen
Rening SH, coordinatore del PADMA - il gruppo di avvocati che difende i tre - ha confermato
la notizia, spiegando che Tibo, da Silva e Riwa, detenuti nel carcere di Petobo, hanno
già ricevuto la comunicazione ufficiale della loro fucilazione, fissata per dopodomani
a Palu. Il legale ha tuttavia aggiunto che i familiari dei tre, originari della zona
a maggioranza cristiana di Tentenna e Poso, non sono ancora a conoscenza della decisione
delle autorità. In viaggio per Palu si sono messi sia il legale sia padre Norbert
Bethan SVD, anch’egli membro del PADMA, mentre a Poso sono state innalzate le misure
di sicurezza, in previsione delle due grandi manifestazioni organizzate per protestare
contro l’esecuzione capitale. Il generale Sampruno, comandante dell’esercito nelle
Sulawesi, ritiene che l’esecuzione vada portata a termine come stabilito. “Lasciate
che venga eseguito il verdetto, che ha le sue basi legali”, ha detto il generale alla
stampa. “Tibo e compagni”, come da tempo sono chiamati i tre cattolici, dovevano essere
giustiziati già lo scorso 12 agosto perché giudicati responsabili del massacro di
200 musulmani a Poso, durante gli scontri interreligiosi del 2000. Il rinvio dell’esecuzione
è coinciso con l’attenzione internazionale suscitata da questo caso, per il quale
anche Benedetto XVI si era mosso invocando un gesto di clemenza. Il processo che li
ha giudicati colpevoli, sostengono in molti, sarebbe stato viziato da procedure illegali.
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