Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica
In questa 24a domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui
Gesù chiede ai suoi discepoli: “Chi dice la gente che io sia?”. Pietro gli risponde:
“Tu sei il Cristo”. Ma il Signore impone loro severamente di non parlare di lui a
nessuno. “E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire,
ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire
ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare”. Su questo brano evangelico ascoltiamo
il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik: ********** Pietro
risponde: “Tu sei il Cristo, l’Unto, cioè il Messia”. E a sorpresa, Cristo intima
agli apostoli di non parlarne in giro. E questo è il verbo che usa solo verso gli
spiriti immondi. Ciò significa che dietro all’idea di ‘Messia’, che la gente si è
fatta e che Pietro ha confessato, c’è qualcosa di così inaccettabile che Cristo ritiene
del tutto fuorviante, quanto un’opera dello spirito immondo. Questo è lo spirito che
inquina il rapporto con Dio, sino a falsarlo del tutto, e perverte i rapporti umani
creando i solchi di separazione. Di fatti, l’idea del Messia è dipinta con troppa
immaginazione umana, è fortemente marcata dal nazionalismo ebraico. Un Messia forte,
dominatore, che affermerebbe il popolo ebraico non può liberare l’uomo perché renderebbe
schiavi altri popoli. Cristo è il Messia dell’amore universale del Padre, che non
si realizzerà secondo la mentalità degli uomini, non acconsentirà ai diversi gruppi
del potere ma si compirà attraverso il sacrificio di sé. Per ciò, Cristo subito annuncia
il suo cammino pasquale. **********