Wechsel im Vatikan: Kardinal Tarcisio Bertone, bisher Erzbischof von Genua, ist seit
heute neuer Kardinalstaatssekretär - und damit im Vatikan die Nummer zwei gleich hinter
dem Papst. Im Beisein von Benedikt XVI., mit dem er lange an der Glaubenskongregation
zusammengearbeitet hat, übernahm Kardinal Bertone, der dem Salesianerorden angehört,
heute sein neues Amt. Mit einer Feier in der päpstlichen Sommerresidenz Castelgandolfo,
an der viele Mitarbeiter des Staatssekretariats teilnahmen, wurde gleichzeitig der
bisherige Kardinalstaatssekretär Angelo Sodano verabschiedet. Benedikt nahm heute
außerdem einen weiteren Wechsel vor. Zum neuen "Außenminister" des Vatikans ernannte
er den bisherigen Nuntius in Sudan und Eritrea, Dominique Mamberti. Der in Marokko
geborene Erzbischof, ein Franzose, gilt als guter Kenner des Islams und wurde im Sudan
für seine Bemühungen um gute Beziehungen zum dortigen Regime bekannt. Sein neues Amt
im Vatikan heißt offiziell "Sekretär für die Beziehungen zu den Staaten" im Staatssekretariat
des Vatikans. Dort löst er Erzbischof Giovanni Lajolo ab, welcher kürzlich zum neuen
Gouverneur der Vatikanstadt ernannt wurde. Lajolo ist vor allem den Deutschen noch
von seiner Zeit als Nuntius in Berlin in guter Erinnerung. Bisheriger Gouverneur der
Vatikanstadt war Kardinal Edmund Casimir Szoka. Franzosen wie Mamberti bekleiden traditionell
wichtige Ämter an der vatikanischen Kurie. Auch Mambertis Vor-Vorgänger als "Außenminister"
des Papstes war ein Franzose: Es ist der jetzige Kardinal Jean-Marie Tauran. In
einer Dankansprache erinnerte ein sichtlich bewegter Kardinal Sodano an seinen Amtsantritt
1990. Im Staatssekretariat arbeiteten Priester, Ordensleute und Laien sehr vertrauensvoll
im Dienst des Papstes zusammen, so Sodano - "verschwiegen und diskret" wie die Bienen.
Er denke gern an das "Teamwork" an seinem bisherigen Arbeitsplatz zurück. Bertone
wiederum versprach eine "loyale und vertrauensvolle Zusammenarbeit" und erinnerte
an die "seelsorgerliche Liebe", die die Mitarbeiter des Papstes antreiben müsse. Der
neue Kardinalstaatssekretär trug, wie er angab, das Brustkreuz von Kardinal Casaroli,
einem großen Vorgänger in seinem neuen Amt. Er habe heute einen Brief an viele kontemplative
Klöster geschrieben mit der Bitte um Gebet. Papst Benedikt verlas einen Brief an
Sodano, in dem er im lebhaft dankt "für die Treue, die erleuchtete Kompetenz, die
Hingabe und Liebe, mit der er für das Wohl der Kirche mit mehreren Nachfolgern Petri"
zusammengearbeitet hat. Er freue sich, auch künftig auf Sodano zählen zu können, so
der Papst. Sodano ist weiterhin Dekan des Kardinalskollegiums und gehört verschiedenen
vatikanischen Behörden an.
Benedikt verlas außerdem die lateinische Ernennungsurkunde
für Bertone und betonte in einer improvisierten kleinen Ansprache, wie wichtig eine
reibungslose Zusammenarbeit im Vatikan sei. Erst in seiner Zeit als Präfekt der Glaubenskongregation
habe er begriffen, "wieviel Kompetenz und Hingabe" im Staatssekretariat des Vatikans
anzutreffen sei. Er erinnerte auch an seine Bayernreise, auf der ihn Sodano begleitet
hat, und überreichte dem scheidenden Kardinalstaatssekretär zum Dank für seine Arbeit
eine "treue Kopie" des Gnadenbildes von Altötting.
Lesen Sie hier die
Ansprachen dieses Tages im italienischen Original.
BENEDETTO XVI_Lettera
di ringraziamento al card. Sodano al termine del suo ufficio di Segretario di Stato_Indirizzi
di saluto al Papa del card. Sodano e del card. Bertone, nuovo Segretario di Stato
Avvenimento
15/9/2006 Distribuzione 15 settembre 2006
Al
venerato Fratello il Signor Cardinale ANGELO SODANO Decano del Collegio Cardinalizio
Nel
mese di settembre 2002, all’approssimarsi del compimento del Suo 75° genetliaco, venerato
e caro Fratello, il mio compianto Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II,
Le chiese di continuare nell’ufficio di suo primo Collaboratore, a cui L’aveva chiamata
dapprima come Pro-Segretario di Stato, il 1° dicembre 1990, e successivamente, il
29 giugno 1991, come Segretario di Stato.
Quando il Signore ha voluto che
toccasse a me assumere il mandato di supremo Pastore del Popolo di Dio, ho ritenuto
opportuno di domandarLe, Signor Cardinale, di proseguire nel prestarmi il Suo aiuto
come mio diretto Collaboratore, condividendo le quotidiane sollecitudini per il governo
della Chiesa universale, e per questo L’ho confermata nell’ufficio di Segretario di
Stato, compito che Ella ha adempiuto con generosa dedizione e competenza sino ad oggi.
Come ebbi modo di comunicare il 24 giugno scorso, con quest’oggi, 15 settembre, Le
succede nel medesimo incarico l’Em.mo Signor Cardinale Tarcisio Bertone, già Arcivescovo
di Genova.
In così significativa circostanza avverto l’intimo bisogno
di rinnovarLe il più vivo ringraziamento per la fedeltà, l’illuminata competenza,
la dedizione e l’amore che Ella ha posto nell’operare per il bene della Chiesa, accanto
a diversi Successori dell’apostolo Pietro. Penso qui alle varie tappe del lungo ed
intenso servizio da Lei reso alla Sede Apostolica fin dal 1961, sotto il Pontificato
del Beato Giovanni XXIII: dapprima nelle Rappresentanze Pontificie in Ecuador, Uruguay
e Cile e in seguito presso il Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa. Nominato
quindi Nunzio Apostolico in Cile, dopo anni di non facile ma prudente e coraggiosa
azione diplomatica e pastorale in quella cara nazione, Ella è stata richiamata in
Vaticano quale Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, che
nel frattempo assunse il nome di Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria
di Stato. Alla fine del 1990, con la elevazione al gradino più alto della Segreteria
di Stato, la Sua collaborazione al fianco dell’indimenticabile mio Predecessore si
è fatta più stretta ed impegnativa, proseguendo per oltre tre lustri sino a quando
egli, l’amato Giovanni Paolo II, ci ha lasciati il 2 aprile dello scorso anno. Successivamente,
in questi primi mesi di Pontificato, ho potuto anch’io di persona apprezzare le doti
del Suo animo di Pastore interamente dedicato al servizio della Sede Apostolica. Le
sono particolarmente grato per la dedizione con cui ha seguito il lavoro quotidiano
della Segreteria di Stato e delle Rappresentanze Pontificie nei vari Paesi del mondo,
come della sollecitudine da Lei dimostrata verso tutto il loro personale.
Nel
momento in cui Ella consegna al Suo Successore tale responsabilità, oltre ad esprimerLe
i miei grati sentimenti, mi faccio interprete anche di quelli di tutti coloro che
nel corso degli anni L’hanno conosciuta e hanno ammirato il buon senso, la prudente
saggezza e l’indefesso zelo con cui, senza risparmio di energie, ha svolto la Sua
missione, tenendo conto unicamente del bene supremo della Chiesa. La Santa Sede continuerà
a beneficiare anche in futuro del Suo apporto, e di questo anche Le sono grato, perché
Ella con eguale entusiasmo e generosità opererà nell’importante ufficio di Decano
del Collegio Cardinalizio e come Membro di diversi Dicasteri della Curia Romana e
del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Il Signore, a cui affido ogni
desiderio del Suo animo sacerdotale, Le sia di conforto e La sostenga negli anni a
venire, dandoLe salute fisica e infondendo nel suo animo gioia e serenità. Vegli su
di Lei in maniera tutta speciale la Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa e Regina
degli Angeli. La accompagni anche la costante assicurazione della mia stima e del
mio affetto, mentre, in auspicio di copiose ricompense divine ed in pegno della mia
fraterna vicinanza, di cuore Le imparto l’Apostolica Benedizione, che volentieri estendo
a tutto il personale della Segreteria di Stato ed alle altre persone che Le sono care.
Da
Castel Gandolfo, il 15 Settembre dell’anno 2006, secondo del mio Pontificato.
Indirizzo
di saluto al Santo Padre da parte del Card. Angelo Sodano
(Castelgandolfo,
15 settembre 2006)
*****
Beatissimo Padre,
Il 1° dicembre del
1990, il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, convocava il personale della
Segreteria di Stato nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, per
ringraziare il compianto Cardinale Agostino Casaroli a motivo del suo lungo e generoso
servizio e per presentare, successivamente, il sottoscritto come nuovo Segretario
di Stato. Oggi, Vostra Santità ha voluto rinnovare quel gesto paterno, invitando
intorno a sé i collaboratori e le collaboratrici della Segreteria di Stato, per dare
a me un saluto, nel momento in cui lascio in nuove mani la guida di detto Ufficio,
e per dare il benvenuto ufficiale al Cardinale Tarcisio Bertone. Anche a nome del
mio Successore, ringrazio vivamente Vostra Santità per quest’incontro fraterno, assicurandoLa
della venerazione e dell’affetto di tutti i presenti. In realtà, si tratta di sacerdoti,
di laici, di religiosi e di religiose, che sono lieti di dedicare il proprio lavoro
quotidiano al servizio del Successore di Pietro. Animati da un profondo spirito di
fede, essi costituiscono una comunità di lavoro, desiderosa di prestare al Papa un’opera
silenziosa e discreta. In varie sale del Vaticano ci è dato di poter ammirare le
famose api che distinguono lo stemma del Papa Urbano VIII. Ebbene mi sembra che i
presenti siano ben simboleggiati da quelle umili api poste dal Papa Barberini nel
suo scudo. Padre Santo, credo che oggi un ringraziamento debba essere rivolto non
tanto a me, quanto a coloro che mi hanno aiutato in questi anni. Preziosa mi è stata,
in particolare, la collaborazione dei successivi Sostituti per gli Affari Generali,
gli Arcivescovi Re e Sandri, come dei Segretari per i Rapporti con gli Stati, gli
Arcivescovi Tauran e Lajolo. Tutti insieme, abbiamo potuto svolgere un lavoro
di squadra, con un grande senso ecclesiale che ci ha accomunato nel servizio, prima
intorno al venerato Giovanni Paolo II ed ora accanto a Lei, chiamato dallo Spirito
Santo a raccoglierne l’eredità ed a guidare la nave della Chiesa verso nuovi lidi. In
questi ultimi anni, ho avuto l’occasione di concedere, a nome del Papa, molte medaglie
“Pro Ecclesia et Pontifice” a persone benemerite presentate da Vescovi di tutto il
mondo. Credo, però, che ognuno dei Collaboratori della Segreteria di Stato abbia pure
meritato in questi anni il riconoscimento di aver lavorato “Pro Ecclesia et Pontifice”. Ora
essi continueranno a prestarLe generosamente la loro opera, sotto l’attenta guida
del nuovo Segretario di Stato, ben lieti di proseguire in quella nobile tradizione
di servizio che sempre li ha distinti, un servizio fatto di discrezione e di grande
fiducia nel Signore, ricordando le parole del profeta Isaia: “In silentio et spe erit
fortitudo vestra” (Is 30, 15). Del resto è questo il richiamo dei Santi: “Il bene
non fa rumore ed il rumore non fa del bene”. Spiritualmente presenti fra noi quest’oggi
sono anche i membri delle Rappresentanze Pontificie sparse per il mondo. Essi svolgono
un’opera preziosa presso i Vescovi e le autorità civili dei Paesi ove operano. Altrettanto
fanno i Rappresentanti Pontifici presso le Organizzazioni Internazionali: è un’opera
importante per portare il lievito del Vangelo nella vita dei popoli. Personalmente
ho lasciato come ricordo ad ognuno dei collaboratori un mio scritto che porta proprio
questo titolo: “Il lievito del Vangelo: La presenza della Santa Sede nella vita dei
popoli.”
Beatissimo Padre, per tutti i presenti mi permetto di chiedere
una Sua parola d’incoraggiamento perché sotto la guida premurosa del nuovo Segretario
di Stato possano continuare ad aiutarLa nell’alta missione che lo Spirito Santo Le
ha affidato. Se la Chiesa è una nave che deve sempre affrontare nuove sfide per
l’evangelizzazione del mondo, noi sappiamo bene che il Papa ne è il nocchiero e che
la Santa Sede in generale, con tutta la sua struttura ben compaginata, è come la prora
di questa nave. Vincolati da questo comune impegno apostolico, tutti i membri della
Segreteria di Stato Le porgono, per mezzo mio, il saluto più devoto e l’assicurazione
della loro collaborazione e della loro preghiera. Ci benedica, Padre Santo!
Indirizzo
di saluto al Santo Padre da parte del Card. Tarcisio Bertone
(Castelgandolfo,
15 settembre 2006)
Beatissimo Padre,
Nel giorno in
cui assumo l’incarico di Segretario di Stato di Vostra Santità, il mio pensiero s’indirizza
anzitutto a Lei, che mi ha chiamato a succedere al venerato Card. Angelo Sodano. A
Lei, Padre Santo, rivolgo i sentimenti del mio più filiale e fedele ossequio, mentre
ricevo quella “fiaccola” che un capace e fecondo ministero di primo Collaboratore
del Santo Padre ha saputo far “ardere”, di generazione in generazione, a servizio
della Chiesa e del mondo. Oggi porto con me la croce del Card. Agostino Casaroli,
che un illustre Prelato mi ha benevolmente donato. Intraprendo una missione peculiare
e diversa rispetto a quelle che finora mi sono state affidate. Sono tuttavia lieto
che la sua indole innegabilmente pastorale dia continuità alle missioni che ho già
svolto e che ben s’incastoni nell’evidente specificità di questo ufficio. Confido,
inoltre, che le esperienze che ho maturato in passato, guidato dalla sapiente mano
della Divina Providenza, contribuiranno, in modo non indifferente, all’espletamento
del compito che oggi assumo. Sono consapevole della pesante responsabilità che esso
comporta, come pure della gravità e della complessità delle questioni che, quotidianamente,
dovrò affrontare. Unica ambizione che nutro è quella di realizzare il motto del mio
servizio episcopale: fidem custodire, concordiam servare, e mi conforta la convinzione
che avrò l’opportunità di contribuire in modo speciale a realizzare tale ideale. Mi
è poi di grande incoraggiamento la certezza di poter contare, anzitutto, sulla guida
sapiente e impareggiabile del Santo Padre e insieme sulla competenza, sull’esperienza
e sulla laboriosità dei Superiori della Segreteria di Stato. Ma ho anche grande fiducia
nel lavoro insostituibile e spesso nascosto che tutto il personale della Segreteria
di Stato e delle Rappresentanze Pontificie svolge quotidianamente e con spirito di
sincera ed ammirevole abnegazione. La comunione profonda che ci lega nel condiviso
impegno a servizio della Chiesa - e quindi della dignità umana e della pacifica convivenza
fra i Popoli – non potranno che tradursi in leale e fedele collaborazione, rafforzata
per molti di noi dallo spirito sacerdotale e dalla carità pastorale che deve sempre
animarci nelle nostre attività. È dagli anni della mia precedente attività a Roma
che elevo ogni mattina questa invocazione: “Ricordati Signore del Papa con i Suoi
collaboratori presenti e futuri”. E proprio oggi ho scritto una lettera a molti monasteri
contemplativi chiedendo loro l’aiuto permanente della preghiera di intercessione. Fin
d’ora quindi depongo con filiale confidenza questa collaborazione ed il mio nuovo
ministero nelle mani di Maria, Madre della Chiesa. Ella ci aiuterà a fare tutto ciò
che il Signore ci dirà, per il tramite di Vostra Santità!