Ratisbona in festa per Benedetto XVI, in 300 mila alla Messa dell'Islinger Felde.
Il commento di padre Federico Lombardi
(12 settembre 2006 - RV) Una grande festa di fede, dunque, che ha visto abbracciare
coralmente Benedetto XVI non solo dagli abitanti della zona di Ratisbona, ma anche
dai pellegrini dei più vicini Stati est europei. Per un commento al grande evento
di questa mattina, ecco le parole del nostro direttore generale, padre Federico Lombardi,
raggiunto telefonicamente nella spianata dell’Islinger Feld da Alessandro De Carolis:
********** R.
– Il discorso di Benedetto XVI di questa mattina ha affrontato la domanda se sia possibile
oggi credere in Dio, con l’affermazione che è ragionevole credere in Lui. E ancora:
quale Dio è il Dio che ci si rivela in Gesù Cristo, il Dio che si manifesta in un
volto umano e il Dio che è amore e che risponde poi anche alle grandi domande di sempre
dell’uomo, anche della sua vita eterna e del suo destino. In un certo senso, ho un
po’ ritrovato in questa omelia la grande capacità di Joseph Ratzinger di fare una
omelia e catechesi a partire dal Credo, ha seguito un po’ la struttura della professione
di fede. In proposito, voglio ricordare che la sua prima opera di grandissima notorietà
era stata appunto l’“Introduzione al cristianesimo” che seguiva sistematicamente il
Credo e lo presentava in modo affascinante per l’uomo di oggi. Nell’omelia di oggi
ho ritrovato, in modo essenziale, questa presentazione semplice della fede cristiana
per l’uomo di oggi: Dio, Cristo e la vita eterna.
D. – Un forte invito
Benedetto XVI l’ha lanciato anche parlando dell’odio e del fanatismo che minano la
fede…
R. – Certo. Lui ci vuole sempre guidare ad una fede ragionevole,
una fede razionale, una fede che sappia integrare e dialogare con la ragione. Mi sembra
di ritrovare, appunto, anche la Fides et Ratio di Giovanni Paolo II: la nostra fede
è una fede che si manifesta nell’amore, è una fede che è profondamente ragionevole
e che quindi sa anche rifiutare tutti gli eccessi che possono essere quelli della
violenza, dell’intolleranza.
D. – Che accoglienza ha riservato al Papa
la città di Ratisbona che lo vide giovane professore, una quarantina di anni fa?
R.
– L’accoglienza, ieri sera all’arrivo, è stata veramente straordinaria, caldissima.
Anche il vescovo con cui dopo ne parlavo, mons. Müller, mi diceva che veramente la
presenza dei fedeli era, anche a Regesnburg, superiore all’attesa. Bisogna naturalmente
tener conto che, con il progredire dei giorni, si ha sempre un calore maggiore: si
ha un certo “scaldarsi” dell’atmosfera, le persone che sono qui a Regensburg hanno
già visto gli avvenimenti di Monaco e desiderano adesso manifestare anche loro al
Papa il proprio affetto. Regensburg, poi, è una città di dimensioni relativamente
piccole e quindi si concentra molto bene in un ambiente, tra l’altro meraviglioso
dal punto di vista architettonico e storico. Questa mattina, la Messa mi è sembrata
di un raccoglimento, di una partecipazione veramente molto bella. Tutto è organizzato
anche molto bene, e questo aiuta anche a pregare e ad ascoltare con grande serenità
e distensione. La partecipazione è stata grande: abbiamo quasi 300 mila persone che
sono il doppio degli abitanti della città di Regensburg, quindi vuol dire che molti
sono venuti anche da tutta la regione. Ci sono 7 mila pellegrini dalla vicina Repubblica
Ceca, quindi l’atmosfera è veramente molto bella e serena e di grande dignità. **********