Il Papa a Ratisbona: contemplare il volto umano di Dio, oltre odio e fanatismo. Nel
pomeriggio, Benedetto XVI incontra il mondo accademico e prega con luterani e ortodossi
(12 settembre 2006 - RV) Un viaggio che è una “festa della fede”, ma che allo stesso
tempo sollecita i fedeli a chiedersi in cosa realmente credano. Con sul volto i sorrisi
per la grande accoglienza riservatagli anche dalla città di Ratisbona, Benedetto XVI
non ha mancato di proseguire, nella Messa presieduta questa mattina nella grande spianata
dell’Islinger Feld, la catechesi che sta accompagnando il suo viaggio apostolico in
Baviera. Dal cuore mariano di Altötting alla città di Ratisbona, uno dei centri industriali
e tecnologici della Germania meridionale: qui, tra il 1969 e il 1971, il più giovane
prof. Joseph Ratzinger fu tra i docenti dell’Università cittadina. Proseguendo nel
suo itinerario spirituale, oltre che affettivo, di questi giorni, il Papa ha pronunciato
un’omelia densa di richiami alla supremazia di Dio, in un mondo che prova a fare a
meno di lui, preferendogli la speculazione intellettuale o il fanatismo. Per entrare
allora nel vivo della grande cerimonia di stamani, la parola al nostro inviato in
Germania, Paolo Ondarza:
********** “Oggi, che conosciamo le patologie e
le malattie mortali della religione e della ragione, le distruzioni dell’immagine
di Dio a causa dell’odio e del fanatismo, è importante dire con chiarezza in quale
Dio noi crediamo e professare convinti questo volto umano di Dio”. Così Benedetto
XVI nella Messa celebrata sulla spianata dell’Islinger Feld di Ratisbona, un prato
già chiamato dalla popolazione Papstwiese, prato papale. Presenti circa 300 mila persone,
alcune della quali hanno passato la notte all’aperto.
(cori)
“Dio
è Bontà – ha detto il Papa – non ci lascia brancolare nel buio”. “Ci ama fino al punto
da lasciarsi per noi inchiodare sulla Croce per portare le sofferenze dell’umanità
fino al Suo cuore”. Professare Cristo – ha aggiunto – “ci libera dalla paura di Dio
– un sentimento dal quale, in definitiva, nacque l’ateismo moderno”. Credere è ragionevole.
“Fin dall’illuminismo – ha ricordato – almeno una parte della scienza s’impegna a
cercare una spiegazione del mondo, in cui Dio diventi superfluo”:
Die Sache
mit dem Menschen geht nicht auf ohne Gott, und die Sache mit … “Ma i conti sull'uomo,
senza Dio, non tornano, e i conti sul mondo, su tutto il vasto universo, senza di
Lui non tornano”.
Nell’alternativa tra la Ragione creatrice, o l’irrazionalità
che, priva di ogni ragione, stranamente produce un cosmo ordinato in modo matematico,
risultato casuale dell’evoluzione”, noi cristiani crediamo in “Dio Padre, Creatore
del Cielo e della Terra”. “Crediamo – ha detto il Papa – che all’origine c’è il Verbo
eterno, la Ragione, non l’irrazionalità”.
(applausi)
“Credere è
semplice – ha spiegato il Papa indicando nel Credo, una Somma nella quale tutto l’essenziale
è espresso. La fede è anzitutto gioia di essere insieme, è festa: “Chi crede non è
mai solo”, ha aggiunto il Santo Padre introducendo il motto di questo viaggio in Baviera.
(inno)
“La fede è speranza, è la certezza che noi abbiamo un futuro,
che non cadremo – ha proseguito Benedetto XVI – è amore, l’amore di Dio vuole contagiarci”.
Credere non è adesione ad una “serie di sentenze” e di norme, è “l’incontro tra Dio
e l’uomo” che si manifesta nel Battesimo. In esso Dio rende gli uomini una grande
famiglia nella comunità universale della Chiesa:
Ja, wer glaubt ist nie
allein. Gott geht auf uns zu. Gehen auch wir … “Sì, chi crede non è mai solo. Dio
ci viene incontro. Incamminiamoci anche noi verso Dio e andiamo così gli uni incontro
agli altri! Non lasciamo solo, per quanto sta nelle nostre forze, nessuno dei figli
di Dio!”
“La fede è credere nel Giudizio”, ha detto ancora Benedetto XVI,
spiegando che la prospettiva del giudizio non deve suscitare paura. Credere nel giudizio
di Dio è credere nell’affermazione del diritto, nel “congiungimento di tanti frammenti
di storia che sembrano privi di senso, così da integrarli in un tutto in cui dominino
la verità e l’amore”:
Aber wollen wir nicht alle, dass einmal all den ungerecht
Verurteilten, … “Non desideriamo forse tutti che un giorno sia fatta giustizia
per tutti i condannati ingiustamente, per quanti hanno sofferto lungo la vita e poi
da una vita piena di dolore sono stati inghiottiti nella morte? Non vogliamo forse
che l’eccesso di ingiustizia e di sofferenza, che vediamo nella storia, alla fine
si dissolva; che tutti in definitiva possano diventare lieti, che tutto ottenga un
senso?”.
“La fede – ha aggiunto Benedetto XVI – non vuol fare paura, è
una chiamata alla responsabilità”. “Non dobbiamo sprecare la nostra vita, né abusare
di essa, né tenerla per noi stessi, di fronte all’ingiustizia non dobbiamo restare
indifferenti, diventandone addirittura complici o conniventi”. “Dobbiamo percepire
– ha proseguito – la nostra missione nella storia e cercare di corrispondervi”.
Nell’odierna
festa del “nome di Maria”, avvocata degli uomini presso Dio, il Papa ha rivolto gli
auguri a tutte le donne che ne portano il nome ricordando in particolare sua madre
e sua sorella. Pensando al lavoro impiegato per consentire il sereno svolgimento di
questo viaggio in Baviera, Benedetto XVI si è detto commosso e confuso:
Für
all dies kann ich nur einfach ein ganz herzliches “Vergelt’s Gott” … “Grazie di
cuore! Il Signore Vi ricompensi per tutto, e la gioia che noi ora possiamo sperimentare
grazie alla vostra preparazione, ritorni centuplicata a ciascuno di voi! Mi sono commosso,
quando ho sentito quante persone hanno collaborato per abbellire la mia casa e il
mio giardino”.
“Non avete fatto tutto ciò per un singolo uomo – ha detto
– l’avete fatto nella solidarietà della fede, lasciandovi guidare dall’amore per il
Signore e per la Chiesa”.
Sul palco, il reliquario di San Wolfgang patrono
di Ratisbona e il grande crocifisso ligneo della Schottenkirche, Chiesa degli scozzesi,
di San Jakob nel seminario della diocesi. All’interno di questa scultura, è stata
recentemente trovata una piccola reliquia contenente una farfalla d’argento a grandezza
naturale, simbolo della resurrezione.
Da Monaco di Baviera, Paolo Ondarza,
Radio Vaticana. **********
Folle di decine di migliaia di persone avevano
accompagnato anche ieri i singoli atti della visita di Benedetto XVI nella città di
Altötting, conclusa con la recita dei Vespri mariani nella Basilica di Sant’Anna.
Il Papa, attorniato da religiosi e seminaristi, si è appellato a Dio perché nella
Chiesa fioriscano vocazioni per nuovi annunciatori del “Vangelo della pace”. La cronaca
dell’avvenimento nel servizio del nostro inviato, Paolo Ondarza:
********** “Dove
i sacerdoti, a causa dei grandi compiti, permettono che lo stare col Signore si riduca
sempre più, lì perdono, nonostante la loro attività forse eroica, la forza interiore
che li sostiene. Quello che fanno diventa un vuoto attivismo”. Così si ha parlato
Benedetto XVI nel discorso a religiosi e seminaristi convenuti nella Basilica di Sant’Anna
ad Altötting per i Vespri mariani. Un pensiero il Papa lo ha rivolto ad Anna, Santa
madre della Vergine Maria, e con lei alle madri, ai padri, ai nonni e alla famiglia
in genere, “ambiente di vita e preghiera dove si impara a pregare e dove possono maturare
le vocazioni”. Queste ultime sono state al centro dell’omelia:
mit jedem von
uns hat der Herr seinen Plan; ein jeder wird von ihm bei … “Con ciascuno di noi
Dio ha un suo progetto, ciascuno viene chiamato da Dio per nome. Il nostro compito
è di diventare persone in ascolto, capaci di percepire la sua chiamata”.
Benedetto
XVI ha ricordato la carenza di vocazioni in America Latina, Africa e Asia, ma anche
in Germania e in Russia: “Dio cerca operai per la sua messe che è grande”. “Oggi –
ha aggiunto – è come quando il Signore fu preso da compassione per le folle che gli
parevano come pecore senza pastore”.
Herr, schau die Not dieser unserer Stunde
an, die Boten des Evangeliums… “Signore, guarda la tribolazione di questa nostra
ora che abbisogna dei messaggeri del Vangelo. Lasciati prendere anche adesso dalla
compassione! Guarda il mondo e manda operai!”
Il Papa ha fatto memoria
delle parole rassicuranti dell’Angelo a Maria, spaventata di essere inadeguata alla
volontà di Dio: “Non temere, ti ho chiamato per nome”. “Stare con Dio, come inviati
in cammino verso la gente”: è questa l’essenza della vocazione spirituale del sacerdote”,
ha detto il Pontefice. Quindi, Benedetto XVI ha indicato le quattro vie maestre per
stare con Dio: “La Messa quotidiana, celebrata sempre con profonda partecipazione
interiore, la Liturgia delle Ore, la lettura spirituale delle Sacre Scritture”, che
– ha detto – non consiste nel ‘decifrare parole del passato’, ma ‘nel cercare la parola
del Signore’ per me, qui e ora. Infine, l’Adorazione Eucaristica, attraverso cui ‘possiamo
parlare con Dio, esporgli le nostre domande, le nostre preoccupazioni ed angosce.
Le nostre gioie, richieste, speranze”.
Il Papa ha menzionato l’esempio dei
Santi Edith Stein e Konrad, l’umile frate venerato ad Altötting, che guardando il
Tabernacolo imparò la bontà inesauribile con cui trattava la gente.
Riferendosi
all’inaugurazione compiuta in mattinata della nuova Anbetungskapelle, Cappella dell’Adorazione,
nel Santuario di Altötting, il Papa ha detto:
Altötting hat dank Bischof Schraml
eine neue Schatzkammer … “Altötting, grazie al vescovo Schraml, ha ottenuto una
nuova Camera del tesoro. Laddove una volta si custodivano i tesori del passato, oggetti
preziosi della storia e della pietà, si trova adesso il luogo del vero tesoro della
Chiesa: la presenza permanente del Signore nel Sacramento”.
Prima di lasciare
Altötting, il Papa ha donato l’anello cardinalizio alla Madonna Nera e ha ricevuto
vari omaggi dai fedeli tra cui la dedicazione di una piazza della città: si chiamerà
Benedikt XVI Platz. Poi ha raggiunto Marktl Am Inn per uno dei momenti più suggestivi
di questo viaggio. Qui, infatti, Benedetto XVI nacque il 16 aprile 1927 e lo stesso
giorno fu battezzato nella chiesa di San Oswald e sul fonte battesimale il Santo Padre
si è soffermato in preghiera con il fratello, mons. Georg Ratzinger. Mentre si trasferiva
in auto verso l’eliporto di Marktl, il Papa è voluto scendere nuovamente dalla vettura
per salutare, ancora una volta, la sua gente che lo ha ricambiato con cori, strette
di mano e anche baci.
Da Monaco di Baviera, Paolo Ondarza, Radio Vaticana. **********
Come anticipato, Benedetto XVI tornerà nel pomeriggio nel suo antico ateneo di Ratisbona
- dove fu docente e vicerettore - per incontrarne docenti e studenti insieme con una
rappresentanza di uomini di scienza, ai quali rivolgerà un discorso. L’incontro è
in programma per le 17.00 e si svolgerà nell’Aula magna dell’Università. Alle 18.15,
il Papa sarà quindi al Duomo di Ratisbona per l’attesa celebrazione ecumenica con
i rappresentanti di varie Chiese e comunità luterane e ortodosse della Baviera. Ricordiamo
che la nostra emittente seguirà la cerimonia in radiocronaca diretta, con inizio alle
18.30 e commento in italiano e tedesco.