(8 settembre 2006 - RV) Benedetto XVI inizia domani pomeriggio in Germania il quarto
viaggio internazionale del suo Pontificato: il Papa torna nella sua terra natale,
la Baviera. Fino al 14 settembre, visiterà i luoghi della sua giovinezza: Marktl am
Inn, dove è nato 79 anni fa, e poi Altötting, Ratisbona, dove ha insegnato come docente
universitario, e la città dove ha svolto il suo ministero episcopale, Monaco. In una
lettera di saluto inviata alla sua ex arcidiocesi il 15 agosto scorso e pubblicata
ieri sul settimanale diocesano, il Papa auspica che la visita nella sua Patria “possa
risvegliare di nuovo la gioia della fede”, in particolare nei giovani perché “superino
i dubbi” sulla Chiesa, aprendosi anche alla vocazione religiosa. Benedetto XVI ribadisce
la responsabilità della comunità ecclesiale nella costruzione di “un futuro più umano
per tutti” e ricorda il motto di questo viaggio: “Chi crede non è mai solo”. Infine
si augura che la visita in Baviera lasci la forte convinzione “che la Chiesa non dipende
da noi e dai nostri successi, ma che è sostenuta soltanto dall’amore di Cristo, e
che su questo amore noi possiamo sempre confidare”.
Domani il Papa arriverà
all’aeroporto internazionale di Monaco alle 15:30, qui sarà accolto dal presidente
tedesco Horst Kohler, dal cancelliere tedesco Angela Merkel, dal ministro presidente
della Baviera Edmund Stoiber e dall’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale
Friedrich Wetter. Sarà presente alla cerimonia di benvenuto anche il presidente della
Conferenza episcopale tedesca, il cardinale Karl Lehmann. Il nostro inviato Paolo
Ondarza lo ha intervistato:
********** R. – GANZ BESTIMMT GROESSTE AUFMERKSAMKEIT… E’
umano che il Papa, non potendolo fare dopo la sua elezione, torni a casa per una visita
personale. In Baviera ci sono le tombe dei suoi genitori e di sua sorella Maria, qui
vive suo fratello maggiore Georg: questa visita è il chiaro segno di quanto il Papa
sia legato alla sua terra.
D. - Come è cambiata la Chiesa tedesca dall’elezione
di Benedetto XVI?
R. – ICH GLAUBE DASS VIELE MOTIVE Credo che sia necessario
innanzitutto tener conto che la vita, l’attivitá e la morte di GPII hanno molto impressionato
le persone fino ad oggi … e poi la grande gioia in Germania per il fatto che dopo
500 anni un cardinale tedesco è diventato Papa. Bisogna riscontrare anche un po’
di orgoglio. Penso che poi la GMG di Colonia con la presenza di Benedetto XVI abbia
portato un forte cambiamento tra la gente. Ma i motivi del risveglio religioso non
finiscono qui. Anche nel pensiero laico si osserva una certa disposizione al cambiamento.
Il grande filosofo Jürgen Habermas crede che per plasmare la vita pubblica non sia
alla lunga possibile rinunciare alle forze che provengono dalla religione. La società
si chiede in modo sempre più insistente da dove debbano provenire le forze intellettuali
e psichiche degli uomini per risolvere i grandi problemi della vita nelle singole
nazioni ma anche globalmente, se non dalla profondità della religione.
D.
- Ma sarà duraturo questo rafforzamento del senso religioso in Germania?
R.
– ICH SELBST BIN DA SEHR VORSICHTIG… Io sarei prudente perché viviamo in un tempo
straordinariamente incline al cambiamento… credo comunque che dobbiamo prenderci cura
di questo risveglio in modo che non si disperda. Esiste qualche segno palpabile:
per esempio, il numero della gente che abbandona la Chiesa nell’ anno scorso è diminuito
di un terzo. Invece è cresciuto, sempre di un terzo, il numero dei battesimi, soprattutto
tra gli adulti, e assistiamo al fenomeno delle conversioni, di gente che decide di
rientrare nella Chiesa. Per rientrare nella Chiesa, dopo esserne usciti, ci vuole
davvero molto coraggio. Questo dà speranza, ma bisogna agire in modo che questi cambiamenti
siano duraturi. **********