Rapporto Unfpa: misconosciuto il contributo delle donne immigrate all'economia dei
Paesi poveri
(6 settembre 2006 - RV) Il loro ruolo è misconosciuto ma sono una colonna portante
dell’economia dei Paesi più poveri: sono le donne immigrate, i cui diritti sono spesso
negati nei Paesi d’accoglienza. E’ quanto emerge dall'ultimo Rapporto del Fondo delle
Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), presentato oggi a Roma e contemporaneamente
in altre capitali del mondo. Il documento italiano, che si intitola ‘In movimento
verso il futuro. Donne e migrazione internazionale’, e' stato curato dall’AIDOS, l'Associazione
italiana donne per lo sviluppo. Ce ne parla Roberta Gisotti.
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95 milioni, circa la metà di tutti i migranti nel mondo, sono donne. Aumenta la migrazione
femminile rispetto ai grandi movimenti di persone nel passato, che però contrariamente
a quanto si creda non sono cresciuti di molto in percentuale: nel 1960 è il 2,5% della
popolazione mondiale a migrare oggi è il 2,9%.
Il tema della migrazione
internazionale sarà per la prima volta affrontato dall’Assemblea generale delle Nazioni
Unite con un incontro organizzato a New York il 14 e 15 settembre prossimi. La migrazione
se ben gestita può essere vantaggiosa per tutti ma ciò solo se il contributo delle
donne sarà riconosciuto e valorizzato. Da qui l’esigenza, avvertita dal Fondo dell’ONU
per la popolazione di dedicare il Rapporto annuale alle donne migranti fornendo la
prima analisi globale del fenomeno, come ha spiegato Carlo Reitano dirigente dell’Agenzia.
105 pagine con dati e grafici, capitoli che squarciano realtà dolorose di sfruttamento,
violenze e abusi e capitoli che mostrano le opportunità e le risorse.
“Un
fiume possente ma silenzioso”, le donne migranti che vivono un’identità di doppia
discriminazione e come migranti e come donne, ha sottolineato Daniela Colombo presidente
dell’AIDOS. Due aspetti in particolare colpiscono, l’uno in negativo, 650.000 donne
e ragazze ogni anno sono vittime del traffico di esseri umani, l’altro in positivo,
le migranti portano senza dubbio un prezioso apporto sociale ed economico tanto nei
Paesi ospiti che nei Paesi d’origine nei quali tornano ogni anno 230 miliardi dollari
di rimesse, un flusso enorme di denaro che andrebbe incanalato in azioni positive
di sviluppo. Un appello infine ai Paesi dell’Unione Europea perché ratifichino la
Convenzione sull’immigrazione, cui hanno aderito dal ’90 solo 34 Stati.
Dalla
Sala stampa estera a Roma, Roberta Gisotti, Radio Vaticana. **********