(6 settembre 2006 - RV) Ancora un attentato contro la comunità cristiana in Indonesia.
John Tabeni, 50 anni, residente cristiano nell’isola di Sulawesi, è morto stamani
per l’esplosione di una bomba artigianale nel villaggio di Tangkura, una decina di
chilometri a ovest di Poso, teatro tra il 1999 e il 2001 di un grave conflitto interreligioso
tra la comunità cristiana e quella musulmana, che provocò circa mille morti. La polizia
è sul posto e sta cercando di individuare l’autore dell’attentato. Intanto, è imminente
l’esecuzione di Fabianus Tibo, Marinus Riwu, e Dominggus da Silva, i tre cattolici
condannati a morte perché giudicati colpevoli del massacro di musulmani avvenuto nel
2000 proprio a Poso. Lo ha riferito ieri il capo della polizia nazionale, il generale
Sutanto, dopo un incontro a porte chiuse del Parlamento. Ce ne parla Roberta Moretti:
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polizia è pronta per l’esecuzione e attende solo che siano conclusi i processi amministrativi
necessari, preparati dall’Ufficio del procuratore delle Sulawesi centrali”. Il generale
Sutanto non ha dubbi sulla sorte dei tre condannati a morte e precisa che “i loro
giorni sono contati, perché la seconda richiesta di clemenza al presidente indonesiano
è stata respinta”. “Il motivo del rifiuto della grazia – aggiunge – è dovuto al fatto
che non sono passati due anni dalla prima richiesta, come previsto dalla legge”. I
tre cristiani si sono sempre detti innocenti e sono moltissimi – riferisce AsiaNews
– i testimoni a loro favore che non sono stati ascoltati nel corso del processo, così
come sono molte le voci nazionali ed internazionali che hanno chiesto una riapertura
del procedimento. La data della loro esecuzione è stata spostata diverse volte, anche
grazie alle pressioni internazionali e della Santa Sede. L’11 agosto scorso, in un
telegramma a firma del segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, Benedetto
XVI aveva chiesto alle autorità indonesiane un atto di clemenza per motivi umanitari.
Ma oggi le speranze sembrano affievolirsi. Un’altra conferma dell’imminente esecuzione
proviene anche dal nuovo capo della polizia nella provincia, Badrootin Haiti, che
ha sostituito a fine agosto il generale Oegroseno, convinto sostenitore della necessità
di sospendere la condanna a morte dei tre cattolici. “Siamo pronti – ha detto Haiti
– e la richiesta ufficiale di giustiziarli sta per arrivare”. **********