Benedetto XVI all'udienza generale parla dell'apostolo Filippo, esortando i credenti
a diffondere nel mondo il "Venite e vedete" di Cristo. L'invito del Papa a pregare
per il viaggio apostolico in Germania
(06 settembre 2006 - RV) Incontrare Gesù, amare Dio che Cristo rende evidente ai sensi
umani, annunciarlo a tutti, sapendo che il Vangelo non è “una teoria astratta”. E’
la parabola della vita cristiana, che Benedetto XVI ha posto al centro della catechesi
di oggi. L’udienza generale, celebrata in Piazza San Pietro, è stata dedicata dal
Papa alla vita dell’apostolo Filippo e si è conclusa con l’invito del Pontefice a
pregare per il suo imminente viaggio apostolico in Germania, che inizierà sabato prossimo.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Chi crede
non è mai solo” è il motto che Benedetto XVI ha scelto per il suo viaggio apostolico
nella sua terra natale, la Baviera. Una frase che il Papa ha spesso rivolto ai fedeli
all’inizio del suo pontificato e che racchiude più dimensioni - come spiega il Messale
preparato per questa visita dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice
– e cioè, l’appartenenza di ogni battezzato alla comunità dei fedeli, la sua comunione
con Dio nella vita e nella morte e la grande comunione dei Santi che comprende i fedeli
di tutti i tempi e di ogni luogo. Il Papa, nel pomeriggio di sabato 9 settembre, inizierà
il suo viaggio a Monaco di cui è stato arcivescovo dal 1977 al 1982: ma quale atmosfera
si sta vivendo in questa città a tre giorni dall’arrivo di Benedetto XVI? Paolo Ondarza
lo ha chiesto a padre Enrico Romanò, parroco della chiesa di Sant’Andrea a Monaco
di Baviera:
********** R. – C’è molto interesse, una forte preparazione
organizzativa. Si cerca di motivare sempre di più questo incontro con il Papa, come
vescovo di Roma e successore di San Pietro, perché venga a rinfrancare la nostra fede
in questo periodo di secolarizzazione e indifferenza religiosa.
D. - La
secolarizzazione di cui parlava è un aspetto forte, preponderante in Baviera?
R.
– Posso dire che fino a nove anni fa ero a Ginevra e quando il mio provinciale mi
ha detto “Sarai trasferito a Monaco di Baviera”, io immaginavo che la città di Monaco
fosse molto cattolica. Quando sono venuto, nel dicembre del ’97, e ho visto anche
poca gente in Chiesa, ho avuto un certo shock. La città di Monaco ha un milione e
300 mila abitanti. I cattolici attualmente sono soltanto il 41 per cento e poi ci
sono anche le altre confessioni religiose.
D. – Come vivono in particolare
i suoi parrocchiani i rapporti ecumenici?
R. – C’è un rispetto reciproco
molto bello, molto buono. Il problema che interessa entrambi è come conservare la
fede.
D. – Il 14 settembre, giovedì, Benedetto XVI incontra i sacerdoti
sul tema “Fortifica la nostra fede”…
R. – Sarò presente anch’io. Forse
dovremo rinfrancarci nella catechesi. Amare di più il Signore, far sì che veramente
Dio sia il centro della nostra vita, la nostra speranza.
D. – Benedetto
XVI proviene dalla stessa terra dei suoi parrocchiani. Questo come è vissuto emotivamente
dalla gente?
R. – Come un papà che ritorna a casa sua dopo tanti anni di
emigrazione. Lo vedo un po’ così. E’ chiaro, il Papa è bavarese. Leggevo qualche tempo
fa che il Papa aveva detto, parlando della sua parrocchia nativa: “E’ vero, io sono
via da tanti anni, però le mie radici sono qui”. **********