Per sottrarre il mondo dagli scenari di guerra e terrorismo e’ necessario costruire
la pace nei cuori: così il Papa in un messaggio per l’incontro “uomini e religioni”,
in corso ad Assisi e promosso dalla Comunità di Sant’Egidio
(4 settembre 2006 - RV) Assisi, cuore pulsante della pace mondiale e fulcro d’incontro
per le religioni, al di là di ogni interpretazione sincretistica: a vent’anni dal
primo raduno interreligioso voluto da Giovanni Paolo II, la città francescana ospita,
oggi e domani, l’annuale meeting “Uomini e religioni”, organizzato dalla Comunità
di Sant’Egidio, che ha intrecciato negli anni un fruttuoso dialogo imperniato proprio
sul cosiddetto “spirito di Assisi”. Molti gli interventi di questa mattina, tra i
quali quello del cardinale Paul Poupard, presidente del pontificio Consiglio per il
dialogo interreligioso, e del fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. Ma uno spunto
importante alla riflessione è arrivato da un messaggio inviato da Benedetto XVI al
vescovo della diocesi assisiate, Domenico Sorrentino. La sintesi del messaggio nel
servizio di uno dei nostri inviati ad Assisi, Francesca Sabatinelli. Un raduno di
preghiera, fondamento della pace, ma anche un incontro – quello di Assisi - che non
desse adito ad alcuna confusione sulla distinta natura delle religioni partecipanti.
Fu questo un punto messo bene in chiaro da Giovanni Paolo II nel 1986 e ribadito stamani
da Benedetto XVI, che ha messo in nuovo risalto il valore della “scelta” di Papa Wojtyla.
Lo conferma, al microfono di Francesca Sabatinelli, il priore della Comunità di Bose,
padre Enzo Bianchi, presente ad Assisi:
Giornata densa
di spunti di riflessione, dunque, quella che ha aperto questa mattina l’edizione 2006
di “Uomini e religioni”. La cronaca di uno dei nostri inviati, Faggio Colagrande.