Nuovo sbarco d'immigrati in Sicilia: almeno 9 i morti
(3 settembre 2006 - RV) Otto immigrati sono morti nei giorni scorsi, durante una traversata
nel Canale di Sicilia, e i loro corpi sono stati gettati in mare dai compagni di viaggio.
È questo il racconto che 19 extracomunitari provenienti dalla Libia, dopo 12 giorni
trascorsi in mare senza cibo né acqua, hanno fatto ieri agli uomini della guardia
costiera di Portopalo di Capo Passero, nei pressi di Siracusa, in Sicilia, appena
giunti in terra ferma. I clandestini sono stati soccorsi a circa 60 miglia a sud-est
delle coste siracusane. Uno di loro, con principi di ustioni di secondo grado, è morto
nella notte nell’ospedale di Noto, dove sono stati ricoverati altri suoi tre compagni
di viaggio. Nelle ultime ore, tre cadaveri sono stati recuperati in mare a circa 5
miglia da Lampedusa, grazie all’intervento della Capitaneria di Porto. Secondo gli
investigatori, due dei corpi ritrovati potrebbero appartenere ai clandestini morti
nel naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia lo scorso 18 agosto, in cui persero la
vita dieci extracomunitari e 40 risultarono i dispersi. E gli sbarchi continuano anche
nella Penisola Iberica: oltre 800 clandestini sono arrivati ieri sulle coste delle
isole Canarie, dove nel solo mese di agosto sono giunti 5 mila immigrati subsahariani.
Un’ondata definita “inarrestabile” dal ministro dell’Interno spagnolo Alfredo Perez
Rubalcaba, mentre proprio nei giorni scorsi il vicepremier, Maria Teresa Fernandez
de la Vega, ha chiesto aiuto all’Unione Europea, recandosi in missione a Bruxelles
e ad Helsinki, capitale della Finlandia, attualmente alla presidenza dell’UE. Il Commissario
europeo per la Giustizia, libertà e sicurezza, Franco Frattini, ha annunciato ieri
che rivolgerà un appello ai Paesi dell’UE perché dimostrino “tanta solidarietà con
la Spagna così come hanno fatto con in Libano”. Nel mese di settembre, inoltre, è
previsto a Madrid un vertice dei ministri dell’Interno europei.