Libano: in via di definizione la forza Onu Nuove violazioni della tregua
(24 agosto 2006 - RV) Ultime manovre per la creazione del contingente di pace dell’Onu
che dovrà dislocarsi in Libano come forza di interposizione tra i miliziani hezbollah
e l’esercito israeliano. Appuntamento definitivo domani a Bruxelles, dove i ministri
degli Esteri europei si incontreranno alla presenza del segretario generale dell’Onu,
Kofi Annan. Intanto, sul terreno la tregua appare sempre più fragile. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
La Francia
è pronta a fornire più truppe per la forza di interposizione Onu nel sud del Libano
rispetto ai 200 uomini già annunciati. Lo ha riferito ieri il premier francese Dominique
de Villepin al termine di un colloquio a Parigi con il ministro degli Esteri israeliano
Tzipi Livni. Oggi il capo della diplomazia dello stato ebraico sarà, invece, a Roma
per contatti con il presidente del consiglio italiano Romano Prodi e il suo Massimo
D’Alema. Al centro dei colloqui la possibile guida italiana della forza internazionale
di interposizione, prevista dalla risoluzione 1702 dell’Onu. Proprio sulla natura
della missione prosegue il dibattito fra le forze politiche. Per il premier Prodi
entro venerdì saranno sciolti tutti i nodi. Ce ne parla Giampiero Guadagni:
Intanto
sul fronte umanitario Amnesty International accusa apertamente Israele di crimini
di guerra compiuti durante il conflitto in Libano. In un rapporto, reso noto ieri,
l’organizzazione umanitaria denuncia la deliberata distruzione di infrastrutture civili,
abitazioni, ponti, strade, cisterne e depositi di carburante, piuttosto che di obiettivi
militari degli hezbollah. Ma perché, secondo Amnesty, lo Stato ebraico avrebbe adottato
una strategia di attacchi così indiscriminata? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a
Riccardo Noury, di Amnesty International Italia: