Il messaggio del Papa ai partecipanti al Meeting di Rimini
(20 agosto 2006 - RV) Con un messaggio del Papa, si è aperta a Rimini la 27.ma edizione
del Meeting di Comunione e Liberazione sul tema “La ragione è esigenza di infinito
e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti”. Fino
a sabato prossimo si susseguiranno 120 incontri con 400 relatori su temi religiosi,
culturali, politici, di scienza e arte, 18 spettacoli, 12 mostre, 10 manifestazioni
sportive. Nel messaggio di saluto al Meeting, inviato al vescovo di Rimini mons. De
Nicolò, tramite il cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, Benedetto XVI lancia
un nuovo appello alla pace in Medio Oriente esortando “tutti a pregare il Dio della
pace”, perché “i popoli residenti in quelle terre si riconoscano fratelli e collaborino
alla costruzione di una pace giusta e duratura”. Nel messaggio, il Papa invita gli
uomini “a riscoprire la perenne verità del cristianesimo”. Da Rimini, ci riferisce
Luca Collodi.
********** “L’uomo
avverte un’ansia di ricerca continua”. Una ricerca dell’Infinito, dettata spesso da
“inquietudine, insoddisfazione, desiderio, impossibilità di acquietarsi nelle mete
raggiunte”. Ma questa ricerca rimane “condannata a svolgersi nel limite di ciò che
è finito”, perché condizionato “dalla sua temporalità e dalla sua spazialità”, oltre
che dai limiti umani. Ma allora come incontrare Dio? Si chiede il Papa. “Il Meeting
2006 tiene ben presente tale sfida dell’essere umano, si legge nel messaggio inviato
a Rimini, riproponendo con vigore la perenne verità del cristianesimo”. “Dio, l’Infinito,
si è calato nella nostra finitudine per essere percepito dai nostri sensi”. “Sta qui
la rivoluzione cristiana”. Dio raggiunge la ricerca razionale dell’uomo che a Lui
tende”. Benedetto XVI coglie l’occasione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli
promosso da Comunione e Liberazione, per lanciare un nuovo appello di pace per il
Medio Oriente, “Regioni che sono state testimoni della storia della Salvezza”. Nella
messa inaugurale del Meeting, seguita da almeno 5mila persone tra volontari e organizzatori,
il vescovo di Rimini, mons. Mariano De Nicolò ha sottolineato come i cristiani possono
essere “autentico fermento della società degli uomini”.
“Nei prossimi
giorni voi parlerete di politica, educazione, arte, cultura. Siate sorretti sempre
dalla convinzione che in tutte queste cose i cristiani possono essere autentico fermento
della società, se profondamente innestati in Cristo e guidati dal suo spirito”.
Il
Meeting ha aperto i lavori occupando i 168 mila metri quadrati della Fiera di Rimini,
con 3.041 volontari, giovani e anziani, che hanno regalato una settimana di ferie
alla manifestazione di Cl, provenienti dall’Italia ma anche da Spagna, Portogallo,
Ungheria, Romania, Russia, Stati Uniti, Messico e Argentina, Nigeria e Kenia. Ma cosa
dobbiamo aspettarci dall’edizione di quest’anno? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Vittadini,
figura storica di Comunione e Liberazione, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà:
R.
– Che sia dipanato il titolo: “la ragione è apertura all’infinito e non misura di
tutte le cose”, contro molto del razionalismo moderno, che poi diventa difesa dell’ideologia.
Secondo, mostrare come la fede sia una posizione ragionevole rispetto alla realtà,
in quanto corrisponde alle esigenze ultime del cuore e della ragione stessa. Questo
non evidentemente con discorsi teorici, ma attraverso la testimonianza di tutte le
persone che vengono al Meeting: cardinali, uomini religiosi, ebrei, musulmani, cattolici,
politici, economisti, artisti, scienziati e quanti altri.
D. - Una domanda
che di questi tempi ai rappresentanti di Comunione e Liberazione si fa sempre: al
Meeting di Rimini si parla più di Chiesa o di politica?
R. - Al meeting
di Rimini si parla della vita che è fatta dell’annuncio cristiano, che è fatta della
risposta ai bisogni degli uomini attraverso gesti di carità, che è fatta attraverso
opere che rispondono ai bisogni, che è fatta di arte, che è fatta di scienza e anche
di politica. Limitarsi ad un aspetto della vita vuol dire umiliare la fede.
D.
- Qual è il progetto culturale di fede che propone Comunione e liberazione?
R.
- Il cuore umano è esigenza di verità, di giustizia, di bellezza in modo oggettivo
e questo accomuna tutti gli uomini. Se non si dicesse innanzitutto questo, non si
saprebbe qual è il punto di partenza da cui cercare una risposta. Secondo, la fede
nasce dall’avvenimento cristiano, da un incontro con un Dio fatto uomo, che è risposta
a queste esigenze. Tutto questo si riassume nel termine “esperienza cristiana”, un’esperienza
che è fatta di una domanda e di una risposta. Questo incontro corrisponde - storicamente
e oggi - a questo. Ed è possibile verificarlo in termini personali. Quindi più che
un progetto è una proposta di vita.
D. – Torno su questo tema: che cos’è
la fede? Che tipo di fede può incontrare una persona che arriva a Rimini, al Meeting?
R.
– La fede è riconoscimento di una presenza che corrisponde al proprio destino, una
presenza eccezionale e come per i primi Apostoli, il modo in cui si vede la fede è
vedere un’umanità diversa. Quello che si può vedere a Rimini – anche da gente che
non crede, anche da gente di altre religioni – è quest’umanità positiva, costruttiva,
aperta, capace di dialogo, cioè qualcosa di strano. Strano, pensando ai nostri limiti,
ai nostri peccati, a tutto quello che noi non siamo. Eppure da tutto questo “non essere”
nasce qualcosa di costruttivo per tutto il mondo. Questo può incontrare una persona
che viene a Rimini.
Da Rimini, Luca Collodi, Radio Vaticana **********