2006-08-15 14:24:35

Libano: gli sfollati tornano nel sud. Continua il ritiro israeliano


(16 agosto 2006 - RV) In Libano, si continua a lavorare per la pace: il segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite per le missioni di peace-keeping ha annunciato che, entro 15 giorni, almeno 3500 caschi blu dell’ONU verranno dispiegati nel sud del Libano. Il capo di Stato maggiore israeliano ha affermato, poi, che le forze dello Stato ebraico potrebbero rimanere nell’area meridionale libanese, fino al completo dispiegamento del contingente internazionale. Sul terreno, intanto, scontri sporadici nei pressi del confine tra Israele e Libano, hanno causato la morte 5 Hezbollah, ma non hanno fatto vacillare il cessate-il-fuoco. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

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Il Libano è diventato un crocevia tra chi cerca di arrivare e chi vuole partire: migliaia di sfollati, almeno 900 mila secondo fonti locali, stanno cercando di raggiungere i loro villaggi nel sud, dove molte case, strade e ponti sono stati distrutti. Chi si mette in viaggio, spera di trovare la propria casa ancora in piedi ma deve fare attenzione agli ordigni rimasti inesplosi tra le macerie. Oltre ai profughi, sono diretti verso il sud diversi convogli umanitari, non più esposti al rischio di bombardamenti ma fortemente rallentati da file e ingorghi: operatori umanitari hanno riferito che si impiegano sei ore per andare da Sidone a Tiro, anziché 45 minuti. Nella notte è partita, con destinazione Beirut, anche la nave ‘San Marco’ della marina militare italiana, con a bordo 500 tonnellate di generi alimentari.

In Libano è poi previsto il dispiegamento e l’arrivo di caschi blu e soldati libanesi per dare stabilità e garantire la sicurezza. Secondo fonti ufficiali, entro due giorni il contingente dell’ONU già nel Paese dei cedri, la forza di interposizione UNIFIL, dovrebbe rilevare alcune posizioni occupate ma non considerate strategiche. Il segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite per le missioni di peace-keeping ha annunciato il dispiegamento, entro 15 giorni, di almeno 3500 caschi blu. E da domani le truppe libanesi inizieranno, inoltre, a prendere posizione a sud del fiume Litani, come previsto dalla risoluzione dell’ONU. Sono invece già partiti diversi soldati dello Stato ebraico, felici di tornare in Israele. Il capo di Stato maggiore dell’esercito ha precisato che forze israeliane potrebbero rimanere per mesi, nel Libano meridionale, fino al completo dispiegamento di una forza internazionale.

E dopo i combattimenti che hanno visto sul terreno contrapposti i militari israeliani e i guerriglieri sciiti, alla guerra condotta con le armi segue quella delle parole: gli Hezbollah dichiarano di aver vinto e di successo per i combattenti libanesi, parlano anche Iran e Siria. Israele, invece, sostiene di aver riportato una netta vittoria e di aver raggiunto importanti obiettivi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli Stati Uniti che, nei giorni scorsi, hanno nuovamente accusato l’Iran di aver appoggiato i ribelli in Iraq e gli Hezbollah in Libano.
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Con la fine dei combattimenti sono circa un milione gli sfollati che stanno facendo rientro in Libano e Israele. In questo quadro, si intensifica l’impegno delle organizzazioni umanitarie. In prima linea, c’è il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ascoltiamo Annick Bouvier, portavoce della Croce Rossa per il Medio Oriente: 00:00:58:82








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