Libano: gli sfollati tornano nel sud. Continua il ritiro israeliano
(16 agosto 2006 - RV) In Libano, si continua a lavorare per la pace: il segretario
generale aggiunto delle Nazioni Unite per le missioni di peace-keeping ha annunciato
che, entro 15 giorni, almeno 3500 caschi blu dell’ONU verranno dispiegati nel sud
del Libano. Il capo di Stato maggiore israeliano ha affermato, poi, che le forze
dello Stato ebraico potrebbero rimanere nell’area meridionale libanese, fino al completo
dispiegamento del contingente internazionale. Sul terreno, intanto, scontri sporadici
nei pressi del confine tra Israele e Libano, hanno causato la morte 5 Hezbollah, ma
non hanno fatto vacillare il cessate-il-fuoco. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
********** Il
Libano è diventato un crocevia tra chi cerca di arrivare e chi vuole partire: migliaia
di sfollati, almeno 900 mila secondo fonti locali, stanno cercando di raggiungere
i loro villaggi nel sud, dove molte case, strade e ponti sono stati distrutti. Chi
si mette in viaggio, spera di trovare la propria casa ancora in piedi ma deve fare
attenzione agli ordigni rimasti inesplosi tra le macerie. Oltre ai profughi, sono
diretti verso il sud diversi convogli umanitari, non più esposti al rischio di bombardamenti
ma fortemente rallentati da file e ingorghi: operatori umanitari hanno riferito che
si impiegano sei ore per andare da Sidone a Tiro, anziché 45 minuti. Nella notte è
partita, con destinazione Beirut, anche la nave ‘San Marco’ della marina militare
italiana, con a bordo 500 tonnellate di generi alimentari.
In Libano è poi
previsto il dispiegamento e l’arrivo di caschi blu e soldati libanesi per dare stabilità
e garantire la sicurezza. Secondo fonti ufficiali, entro due giorni il contingente
dell’ONU già nel Paese dei cedri, la forza di interposizione UNIFIL, dovrebbe rilevare
alcune posizioni occupate ma non considerate strategiche. Il segretario generale aggiunto
delle Nazioni Unite per le missioni di peace-keeping ha annunciato il dispiegamento,
entro 15 giorni, di almeno 3500 caschi blu. E da domani le truppe libanesi inizieranno,
inoltre, a prendere posizione a sud del fiume Litani, come previsto dalla risoluzione
dell’ONU. Sono invece già partiti diversi soldati dello Stato ebraico, felici di tornare
in Israele. Il capo di Stato maggiore dell’esercito ha precisato che forze israeliane
potrebbero rimanere per mesi, nel Libano meridionale, fino al completo dispiegamento
di una forza internazionale.
E dopo i combattimenti che hanno visto sul terreno
contrapposti i militari israeliani e i guerriglieri sciiti, alla guerra condotta con
le armi segue quella delle parole: gli Hezbollah dichiarano di aver vinto e di successo
per i combattenti libanesi, parlano anche Iran e Siria. Israele, invece, sostiene
di aver riportato una netta vittoria e di aver raggiunto importanti obiettivi. Sulla
stessa lunghezza d’onda anche gli Stati Uniti che, nei giorni scorsi, hanno nuovamente
accusato l’Iran di aver appoggiato i ribelli in Iraq e gli Hezbollah in Libano. ********** Con
la fine dei combattimenti sono circa un milione gli sfollati che stanno facendo rientro
in Libano e Israele. In questo quadro, si intensifica l’impegno delle organizzazioni
umanitarie. In prima linea, c’è il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ascoltiamo
Annick Bouvier, portavoce della Croce Rossa per il Medio Oriente: 00:00:58:82