2006-08-15 14:04:57

Conclusa la missione del cardinale Etchegaray in Libano: occorre aumentare gli aiuti per il Paese dei Cedri


(16 agosto 2006 - RV) “Ora che le armi tacciono, il Libano potrà far sentire meglio che il suo cuore batte sempre per l’unità della Patria e per la pace tra i popoli”: è quanto ha detto stamane il cardinale Roger Etchegaray, Inviato Speciale del Papa in Libano, a conclusione del suo viaggio nel Paese dei Cedri. Il porporato, che ieri ha celebrato la Messa nel Santuario mariano di Harissa, ha assicurato che “il Papa resta molto attento alle sofferenze e alle necessità sia spirituali che materiali di tutti i libanesi”. Ha quindi lanciato un appello affinché siano intensificati gli aiuti al Paese, che – ha detto - saranno necessari “per lungo tempo”: il suo pensiero si è rivolto in particolare alle centinaia di migliaia di sfollati che “cercano spesso in lacrime di ritrovare le loro case e le loro terre”. Il cardinale Etchegaray, che ha visitato anche un campo profughi, ha sottolineato “che i cristiani e i musulmani sono pronti a fare di tutto per ricostruire insieme il loro Paese ferito”. Ieri, durante la Messa celebrata nel Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, il porporato aveva ribadito che nel “clima di odio che respiriamo troppo spesso … solo il perdono può condurci alla riconciliazione”. Ma come è stata vissuta questa celebrazione dai libanesi? Romilda Ferrauto lo ha chiesto al vescovo di Byblos dei Maroniti Béchara Raï, presente al rito: RealAudioMP3

Sulla Messa presieduta ieri dal porporato nel Santuario mariano libanese ad Harissa, il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3








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