Dopo risoluzione Onu, si attedono riunioni governi libanese e israeliano
(12 agosto 2006 - RV) Dopo il voto unanime del Consiglio di sicurezza dell’Onu, stanotte
a New York, sulla risoluzione per un cessate il fuoco in Libano, da attuarsi ‘il più
presto possibile’, si attendono ora le accettazioni formali da parte dei governi libanese
e israeliano. Ma le operazioni militari sul terreno vanno avanti. Cominciata a tutti
gli effetti la seconda parte dell’offensiva dello Stato ebraico nel Paese dei cedri.
Il servizio di Giada Aquilino:
La diplomazia
internazionale, come abbiamo sentito, ha trovato un punto di incontro sulla crisi
israelo-libanese. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo oltre un mese
di conflitto nel Paese dei Cedri, ha approvato l’attesa risoluzione. L’intesa, che
il governo libanese sembra essere “propenso ad accettare”, prevede quindicimila caschi
blu dell’Onu nel sud del Libano per favorire e sostenere il controllo dell’esercito
di Beirut sulla zona roccaforte degli Hezbollah, “in coincidenza con il ritiro israeliano”
e la cessazione delle ostilità. Le Nazioni Unite prevedono che Israele fermi l’offensiva
terrestre entro un giorno o due e che il dispiegamento possa iniziare entro 7-10 giorni.
Paolo Mastrolilli:
I Paesi disponibili
a contribuire ad una forza internazionale da schierare nel sud del Libano, su mandato
stabilito dall’Onu con la risoluzione 1701, dovrebbero riunirsi oggi al Palazzo di
Vetro. A riferirlo, un responsabile del Dipartimento di Stato americano.
A
Ginevra, intanto, il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha approvato
un documento in cui condanna “energicamente le gravi violazioni dei diritti umani
da parte degli israeliani” in Libano. Prima dell’accordo sulla risoluzione, l’Alto
Commissario Onu per i Diritti Umani, Louise Arbour, aveva, tuttavia, sottolineato
la necessità che l'inchiesta si occupasse anche degli Hezbollah. Il servizio da Ginevra: