(10 agosto 2006 - RV) La Chiesa ricorda oggi San Lorenzo, martire. Era un giovane
diacono Lorenzo; vissuto a Roma nel III secolo, aveva il compito di distribuire ai
poveri quanto la comunità cristiana metteva in comune per le necessità dei fratelli.
Ma assisteva anche il vescovo dell’Urbe nelle celebrazioni e distribuiva il pane della
mensa eucaristica. Era l’anno 258 quando l’imperatore Valeriano proibì ai cristiani
di radunarsi, vietò l’accesso alle catacombe, dove i cristiani solevano riunirsi per
rendere culto ai defunti, e ordinò la condanna a morte per presbiteri e vescovi. Ad
essere arrestato fu anche papa Sisto II, che incontrato il suo diacono Lorenzo gli
diede le ultime raccomandazioni perché non venisse meno il servizio alla comunità
cristiana. Convinto che la Chiesa possedesse chissà quali ricchezze, il prefetto di
Roma fermò allora il giovane intimandogli di consegnargliele. Lorenzo rispose che
aveva bisogno di tempo, così distribuì agli indigenti le donazioni affidate alla sua
amministrazione e poi si presentò al prefetto. “Ecco, i tesori della Chiesa sono questi”
gli disse mostrandogli i malati, gli storpi e gli emarginati che lo accompagnavano.
Fu condannato a morte e il suo corpo venne sepolto in una tomba sulla via Tiburtina,
dove poi Costantino fece costruire una basilica. E oggi, nella parrocchia di Sant’Anna
in Vaticano, per ricordare il martire resta esposto per tutta la giornata il reliquiario
che contiene il suo cranio, custodito durante l’anno nella cappella Redemptoris Mater,
la cappella del Papa. Venerando il diacono romano la tradizione ha denominato “fuochi
di San Lorenzo” le stelle cadenti della notte del 10 agosto. La coincidenza del passaggio
degli asteroidi della costellazione di Perseo nell’orbita terrestre nel giorno in
cui Lorenzò subì il martirio, ha fatto sì che le scie luminose lasciate dai corpi
celesti venissero viste come le scintille della graticola sulla quale il diacono sarebbe
stato arso o le lacrime da lui versate prima della morte. Un segno di speranza che
ogni anno San Lorenzo dona a quanti credono in Cristo, per ricordare che, caduto sulla
terra, solo se muore il chicco di grano produce molto frutto.