(6 agosto 2006 - RV) Due sacerdoti sono stati uccisi nei giorni scorsi in Africa.
In Nigeria, ad Afikpo, nello Stato meridionale dell’Ebonyi, è stato pugnalato nella
sua abitazione padre Chidi Okorie, 31 anni, della St. Mary’s Catholic Church. Subito
soccorso, è stato trasportato in ospedale dove è deceduto poco dopo. Secondo le indagini
della polizia, dei malviventi si sarebbero introdotti nella casa del sacerdote a scopo
di rapina; risultano infatti scomparsi denaro e altri beni. Con padre Okorie sono
4 i sacerdoti deceduti per morte violenta in Nigeria nell’arco di due anni. A Yaoundé,
nel Camerun, invece, nell’università cattolica dell’Africa Centrale, è stato trovato
morto padre Patrick Adeso. Il sacerdote aveva 55 anni ed era consultore del Pontificio
Consiglio per i Migranti e cappellano del movimento carismatico per il Camerun. Sempre
in Nigeria, da mesi teatro di violenze contro i lavoratori dell’industria del petrolio,
cinque nigeriani dipendenti della compagnia anglo-olandese Shell sono stati uccisi
giovedì scorso nello Stato di Rivers, in un’imboscata tesa da alcuni uomini armati.
E nei giorni scorsi, nella regione del delta del Niger, a Port Harcourt, sono stati
rapiti un cittadino tedesco del gruppo petrolifero Bilfinger Berger e il suo autista
nigeriano. Ancora nello Stato di Rivers sono stati sequestrati tre salariati filippini
della società americana Baker Overseas Technology Service. Dall’inizio dell’anno le
compagnie petrolifere in Nigeria sono diventate il bersaglio dei militanti separatisti
armati che chiedono risarcimenti per i danni ambientali provocati dalle esplorazioni
petrolifere e una migliore spartizione dei proventi derivanti dallo sfruttamento del
petrolio. Da gennaio più di 30 persone sono state rapite e sono state rilasciate dopo
lunghi periodi di prigionia. Negli scontri con i gruppi armati si registrano, fino
ad oggi, 25 morti, tra agenti di sicurezza e militari incaricati di sorvegliare le
istallazioni petrolifere e il loro personale. Questi attacchi alle compagnie petrolifere
hanno provocato una caduta della produzione, per alcune fonti addirittura del 30 per
cento.