Oggi in Bolivia l'insediamento dell'Assemblea costituente
(6 agosto 2006 - RV) Nella città di Sucre, capitale legale della Bolivia, si insedieranno
oggi i 255 membri dell’Assemblea costituente, eletti lo scorso 2 luglio, chiamati
a redigere una nuova Costituzione, in sostituzione del vecchio testo del 1947. A presiedere
l’Assemblea, sarà l’indigena dell’etnia quéchua, Silvia Lazarte, candidata del Movimento
al Socialismo (MAS), il partito del presidente Evo Morales. Il servizio di Luis Badilla: ********** I
lavori dei costituenti non si prospettano facili. Nessun partito è in grado di raggiungere
da solo il quorum dei 2/3 (170 costituenti) che consentirebbe un’approvazione svelta
della Carta costituzionale. I sostenitori del Presidente Morales al massimo possono
contare su 159 voti, se riescono a stringere accordi con i gruppi minori. L’opposizione,
guidata dall’ex Presidente, Jorge Quiroga, dispone di soli 60 voti. Dal canto loro,
i vescovi della Bolivia, lo scorso 3 maggio, in un documento, definiscono la Costituente
“una grande speranza” per il Paese. Nel testo i presuli si soffermano ampiamente sulla
libertà religiosa, la collaborazione tra Stato e Chiesa, e sottolineano alcuni principi
irrinunciabili come il primato della persona, il bene comune, l’accesso universale
ai beni essenziali, la sussidiarietà, la partecipazione e la solidarietà. “Questi
principi e valori fondamentali della vita di un Paese – aggiungono – devono tradursi
in azioni concrete: difesa della vita e della famiglia basata sul matrimonio; promozione
del diritto ad un lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito, un più equo accesso
alla terra e alle risorse naturali, nonché all’assistenza sociale e sanitaria”. Il
vice presidente della Repubblica, Alvaro Garcia Lineras, ritenuto il principale stratega
della compagine governativa, ha dichiarato che “l'Assemblea sarà anche il luogo della
materializzazione dei nuovi rapporti di forza nel Paese, quindi della costituzionalizzazione
delle principali misure prese dal governo”. Tra le forze emergenti il vice presidente
include il “movimento indigeno plurinazionale, che pensa la nazione a partire dalle
diversità di nazioni che vivono al suo interno”. Sempre secondo il pensiero di Garcia
Lineras, “si tratta anche di potenziare le strutture comunitarie e per questo parliamo
di capitalismo andino-amazzonico. C'è una specie di neo-comunitarismo economico che
va potenziandosi parallelamente all'economia statale e a una relazione negoziale con
gli investimenti stranieri e locali”. **********