(6 agosto 2006 - RV) L’Iran espanderà il suo programma nucleare quando e come lo riterrà
più opportuno, respingendo quindi la risoluzione delle Nazioni Unite che invece chiedeva
all’Iran la sospensione dell’arricchimento dell’uranio entro la fine di agosto, minacciando
sanzioni. La posizione di Teheran è stata ribadita oggi da Ali Lariani, il principale
negoziatore iraniano che ha aggiunto: la risoluzione dell’ONU “non piegherà la nostra
determinazione”. Intanto la giustizia iraniana ha giudicato “illegale” l’attività
del gruppo di difesa per i diritti dell’uomo patrocinato dalla signora Shirin Ebadi,
avvocato e premio Nobel per la pace. Martedì socrso il suo gruppo aveva chiesto un’indagine
indipendente sulla morte di un giovane dissidente, deceduto dopo uno sciopero della
fame per la difesa dei diritti umani in Iran. Alessandro Guarisci ha sentito il parere
del portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury: ********** R.
– Ogni forma di società civile, e in particolare di società civile organizzata attorno
al tema della difesa dei diritti umani, in Iran, è stata ridotta al silenzio. Questo
ultimo provvedimento nei confronti di una voce libera, autorevole e prestigiosa come
quella di Shirin Ebadi e delle persone che fanno capo al suo gruppo per la difesa
dei diritti umani, testimonia ancora di più come non sia possibile nel Paese di Ahmadinejad
una verifica indipendente, un’opera di denuncia indipendente sulla situazione dei
diritti umani. D. – Ecco, ma sta nascendo in Iran un movimento dal basso per la
tutela dei diritti umani? R. – C’è certamente questo fermento e ci sono anche gruppi
su base locale, sia nel Kuzestan che nella zona della minoranza azera. Ma più crescono,
questi movimenti, e più la repressione si abbatte su di loro. D. – A questo punto,
la comunità internazionale come può e deve intervenire? R. – Occorre che ci sia
una pressione molto forte, che si allarghi un po’ il tema della pressione, non soltanto
quello certamente importante dell’eventuale presenza di armi nucleari, di programmi
militari per l’uso di armi nucleari; c’è una situazione sotterranea di violazione
dei diritti umani, un uso massiccio della pena di morte, sempre di più, che la comunità
internazionale deve esaminare. E’ chiaro che più lo scontro con il governo iraniano
si fa attraverso minacce di interventi e meno c’è spazio per una pressione che potrebbe
dare risultati migliori di quelli che ha avuto fino a questo momento, su un tema fondamentale,
che è quello della difesa dei diritti umani all’interno del Paese. **********