La chiesa ricorda il Curato d'Ars, Patrono dei parroci
(4 agosto 2006 ) Oggi la Chiesa celebra la Memoria di San Giovanni Maria Vianney.
Ma chi era il Curato d’Ars? Ce ne traccia un profilo Sergio Centofanti:
********* Giovanni
Maria Vianney nasce presso Lione, in Francia, nel 1786 da una famiglia di contadini.
Vive nel periodo della Rivoluzione francese: è nel tempo della persecuzione che decide
di seguire Cristo e farsi sacerdote. E’ pieno di buona volontà, ma la sua formazione
culturale è scarsa e non riesce proprio a imparare il latino. Viene sospeso dal seminario:
non può diventare prete. Un parroco lungimirante lo aiuta a studiare: finalmente a
29 anni viene ordinato sacerdote. Ma i superiori non credono molto nelle sue capacità
… come lui stesso in fondo: sarà sempre tormentato da un sentimento di inadeguatezza
a svolgere il ministero sacerdotale. Lo mandano ad Ars, un piccolo villaggio vicino
Lione: ha appena 300 abitanti e poco inclini alla pratica religiosa. Il nuovo Curato
non corre a far proseliti: si inginocchia nella Chiesa davanti al Tabernacolo e prega.
Gli abitanti sanno che c’è, ma non lo vedono: spinta forse più dalla curiosità, una
donna anziana si decide a fargli visita. E’ sempre in adorazione del Santissimo. Un’altra
entra in Canonica: la dispensa è vuota. “Come fa a vivere?” domanda. “Vedete – rispose
lui – vivo!”.
Due anni dopo accorrono da tutta la Francia ad Ars, dove c’è
un piccolo Curato che in modo semplice spende la vita per il Vangelo. I mezzi sono
molto poveri: ma al centro di tutto c’è la Parola di Dio, i Sacramenti e la sua grande
compassione per le sofferenze e le miserie dell’umanità. Resta nel confessionale fino
a 14 ore al giorno. In molti ad Ars ritrovano la luce della fede. Consumato dalla
fatica il Curato d’Ars muore a 73 anni, il 4 agosto del 1859. Pio XI lo canonizza
nel 1925 e quattro anni più tardi lo proclama Patrono dei parroci. Così scriveva San
Giovanni Maria Vianney:
“Questo è il bel compito dell'uomo: pregare ed amare.
Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell'uomo sulla terra. La preghiera
nient'altro è che l'unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio,
è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che
si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l'anima
sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare…E’ una felicità
questa che non si può comprendere”. **********