Beirut di nuovo sotto il fuoco israeliano. Il leader degli Hezbollah: colpiremo Tel
Aviv
(04 agosto 2006 - Rv) Si è nettamente intensificata l'offensiva di Israele in Libano,
dove oltre 900 persone sono morte in tre settimane di conflitto, secondo un bilancio
fornito ieri dal premier Siniora. Nuovamente bombardata nella notte Beirut. Ma se
lo Stato ebraico fa sapere che cesserà i combattimenti solo dopo il dispiegamento
di una forza internazionale al confine, il leader degli Hezbollah libanesi, Nasrallah,
minaccia di colpire il cuore di Israele. il servizio, da Haifa, di Barbara Schiavulli:
“Distruggeremo
le infrastrutture libanesi”. Così fonti riservate del ministero della Difesa dello
Stato ebraico hanno risposto alle minacce del leader di Hezbollah, Nasrallah, di colpire
con razzi Tel Aviv. E intanto resta caldo anche l’altro fronte su cui è impegnato
l’esercito israeliano: la Striscia di Gaza. Il servizio è di Graziano Motta:
E nel resto
di Israele intanto continuano ad arrivare razzi lanciati dai guerriglieri Hezbollah.
Particolarmente colpita la Galilea, dove la popolazione vive nel terrore, come spiega
da Nazareth - al microfono di Amedeo Lomonaco - il direttore dell’Istituto dei salesiani,
padre Mario Murru:
E dopo gli
appelli del Papa, per chiedere la fine delle violenze in Libano e nei Territori palestinesi,
anche il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, ha esortato a pregare
perché “la ragione prevalga sullo spirito di vendetta”, cosicché la Terra Santa sia
luogo “di redenzione e riconciliazione per tutti”. Sul terreno, però, rimane drammatico
lo scenario umanitario. In territorio libanese, in questo quadro di difficoltà,
operano i Salesiani, che si prodigano per l’assistenza agli sfollati. Ce ne parla
da El Houssoun - vicino Beirut - padre Vittorio Pozzo, da 30 anni in Libano: