I gesuiti a 450 anni dalla morte di Sant'Ignazio: intervista con padre Kolvenbach
(2 agosto 2006 - RV) Due giorni dopo la memoria di Sant’Ignazio di Loyola i gesuiti
ricordano oggi il beato Pietro Favre, uno dei co-fondatori della Compagnia di Gesù
e primo sacerdote gesuita. Nato nella Savoia nel 1506 è morto a soli 41 anni, stremato
dalla fatica, dopo aver diffuso in Europa il nuovo Ordine religioso, noncurante delle
sue cattive condizioni di salute. Una tenacia apostolica che lo accomunava allo stesso
Ignazio di Loyola, ricordato lunedì scorso dal preposito generale della Compagnia
di Gesù, padre Peter-Hans Kolvenbach, durante l’omelia nella Chiesa del Gesù a Roma
a 450 anni dalla morte del Santo. Ma quali sono i punti nodali dell’opera del gesuiti,
oggi, e quali gli obiettivi che si pone? Padre Eberhard von Gemmingen lo ha chiesto
allo stesso padre Kolvenbach:
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– Sein Eifer, den Menschen zu helfen, hatte Ignatius zum Aufbau … Il suo grande
desiderio di aiutare le persone aveva indotto Ignazio ad istituire un apostolato dell’istruzione.
Ma anche la sensibilità di Ignazio nei riguardi dei problemi sociali rappresenta ancora
oggi un impegno per la Compagnia di Gesù. Siamo sempre tenuti a trovare ogni via per
testimoniare l’amore di Dio. Ovviamente, 450 anni dopo la morte di Ignazio il mondo
è cambiato, ma i problemi e le necessità di fondo dell’uomo sono rimasti gli stessi.
Ecco perché non stupisce che la Compagnia di Gesù sia impegnata oggi in ambiti simili
a quelli in cui operava ai tempi di Ignazio. Così l’apostolato dell’istruzione è a
tutt’oggi uno dei più importanti campi del nostro impegno. E l’intervento attivo
a favore dei poveri e degli emarginati rappresentano un compito ed una sfida costanti
per la Compagnia di Gesù. Dobbiamo continuare a ricercare costantemente ogni modo
per testimoniare in maniera credibile l’amore di Dio mediante il nostro impegno per
la giustizia. L’attività missionaria, per la quale Francesco Saverio partì per le
Indie, è ancora oggi un vasto campo d’azione nel quale l’Ordine vuole realizzare il
proprio carisma. E in quanto a numero di gesuiti attivi in terre di missione, la Compagnia
di Gesù è il maggiore Ordine missionario.
D. – In quali Paesi del mondo
i gesuiti stanno meglio, sia pur relativamente, in quanto a diffusione e a crescita
spirituale?
R. – Heutzutage gibt es in der gesellschaft jesu … Oggi
nella Compagnia di Gesù ci sono ancora 897 novizi, e di questo siamo profondamente
grati. Ma le cifre riguardo alla crescita nei diversi Paesi dipendono da tanti fattori
che sono in parte di ordine religioso ma in parte sono da ricondurre a circostanze
sociali. Una società vecchia con pochi giovani produrrà, in termini numerici, meno
vocazioni di una società la cui età media è inferiore ai 30 anni. Considerato a vasto
raggio, le province indiane ed africane hanno sicuramente una crescita maggiore. Soprattutto
in Indonesia ci sono molte vocazioni, nelle Filippine e in Corea e negli ultimi anni
anche in Vietnam. Per quanto riguarda l’Europa, è sicuramente il Portogallo il Paese
con il maggior numero di nuove vocazioni, seguito dalle due province polacche.
D.
– Quali sono i punti forti che la Compagnia di Gesù ha stabilito in questo anno giubilare?
R.
– Die von den einzelnen Provinzen gesetzten Arzente sind sehr mannigfaltig. … I
punti forti variano ampiamente tra le singole province. Pellegrinaggi e manifestazioni
culturali, relazioni sulla storia e la spiritualità della Compagnia, concerti con
musiche tratte dalle “Riduzioni” realizzate dai gesuiti in Paraguay, mostre ed esercizi
spirituali sulle tracce di Ignazio, pubblicazioni e celebrazioni eucaristiche, ma
anche manifestazioni sportive per i nostri alunni, come qui in Italia. Accanto a queste
attività volte all’esterno, però, in questo anno giubilare si tratta soprattutto di
curare il rinnovamento interiore dei gesuiti e dell’intera famiglia ignaziana. A questo
scopo sono stati organizzati convegni sugli esercizi spirituali e sulle costituzioni,
esercizi spirituali praticati insieme e giorni di ritiro spirituale. Da ricordare
la Messa del 22 aprile in San Pietro, con la quale abbiamo celebrato il nostro giubileo
insieme al Santo Padre. **********