Anche la Chiesa inglese preoccupata per l'intenzione di Amnesty International di inserire
l'aborto tra i diritti umani
(2 agosto 2006 - RV) Anche la Chiesa
anglo-gallese è preoccupata per la proposta avanzata dai vertici di Amnesty international
di inserire nella sua agenda il diritto di abortire. Come è noto, l’organizzazione
per i diritti umani ha iniziato a consultare i propri membri per capire se abbandonare
la posizione neutrale sull’aborto e iniziare a fare pressione sui Paesi che lo considerano
un crimine. In una dichiarazione diffusa ieri, la Conferenza episcopale dell’Inghilterra
e del Galles chiede ad Amnesty international di mantenere la propria neutralità. “Qualsiasi
campagna di ampio respiro per proteggere gli esseri umani – si legge nella nota -
deve includere un forte impegno nella tutela dei diritti umani del bambino non nato,
l’essere umano più indifeso”. Secondo i presuli, appoggiare la rimozione di tali
diritti “non è coerente con i valori di fondo di Amnesty”. “Un simile cambiamento
di politica – precisano – comprometterebbe, agli occhi di molti, l’immagine dell’organizzazione
quale paladina dei diritti umani e dividerebbe quasi sicuramente i suoi membri”, minando
“il lavoro vitale per il quale l’organizzazione è stata fondata ed è giustamente rinomata”.
“Al centro del lavoro di Amnesty – ricorda la Conferenza episcopale dell’Inghilterra
e del Galles - c’è sempre stata una particolare attenzione per i più vulnerabili.
Una sollecitudine condivisa dalla Chiesa”, che ha sempre apprezzato il ruolo da essa
svolto nelle campagne “per il rispetto e la protezione dei diritti umani di ogni uomo,
donna e bambino”. “Se vuole estendere la sua missione – concludono quindi i vescovi
inglesi e gallesi – la esortiamo a includere i non nati per restare fedele alla sua
visione originaria”. Fondata nel 1961 e con sede a Londra, Amnesty international annovera
tra i suoi membri anche numerosi cattolici. Un’adesione che, come ha confermato il
vescovo di East Anglia, Michael Charles Evans, sarebbe sicuramente compromessa, se
l’organizzazione dovesse perseverare sulla nuova linea.