GRAN BRETAGNA: LA CONFERENZA EPISCOPALE PLAUDE VOTO DEI MEDICI BRITANNICI CONTRO SUICIDIO
ASSISTITO
LONDRA, 12 lug ’06 - Un voto “importantissimo” che “manda un chiaro messaggio
che la professione medica nel Regno Unito è oggi contraria in modo deciso a qualsiasi
cambiamento della legge. Abbiamo bisogno di cure palliative migliori per i malati
terminali". Con queste parole il portavoce della Conferenza episcopale dell’Inghilterra
e del Galles ha commentato il voto espresso la settimana scorsa dal “British Medical
Association" (Bma) sul suicidio assistito. Un anno fa la stessa associazione, che
rappresenta 130mila medici britannici, aveva espresso una posizione più neutrale sul
tema. Il 65 per cento dei medici inglesi ha invece votato quest’anno contro la legalizzazione
del suicidio assistito e contro l'eutanasia volontaria e l'84 per cento, per un miglioramento
delle cure palliative. Il 94 per cento ha poi detto no all'eutanasia involontaria
per pazienti che non sono in grado di prendere una decisione. Il voto della “British
Medical Association" giunge a due mesi dal rinvio della discussione in Parlamento
della controversa legge sul suicidio assistito nel Regno Unito. Il 12 maggio scorso
la Camera dei Lord ha infatti bloccato il provvedimento che vorrebbe consentire ai
malati terminali nella fase finale della malattia di chiedere l'assistenza di un medico
per mettere fine alla propria esistenza. Il testo non legalizza, peraltro, l’eutanasia
(punita in Gran Bretagna con pene fino a 14 anni di reclusione) e ammette l’obiezione
di coscienza. Contro il provvedimento si sono mobilitate in questi mesi sia la Chiesa
cattolica che quella anglicana con un’intensa opera di sensibilizzazione. (Sir
– ZENGARINI)