2006-07-05 15:35:03

La religione sta dalla parte della pace e dell’amicizia fra gli uomini:
è quanto ribadito al summit dei leader religiosi
che si è concluso stamani a Mosca


(5 luglio 2006 -RV) Si è concluso stamane il dibattito al Summit dei leader religiosi che si è aperto lunedì pomeriggio a Mosca. Cristiani, islamici, ebrei, buddisti, scintoisti e fedeli di varie denominazioni – più di 200 delegati di oltre 40 Paesi – si sono confrontati nella capitale russa su come tutelare i valori morali e spirituali e costruire un mondo migliore. L’incontro è stato organizzato dal Consiglio interreligioso della Russia e della Comunità di Stati Indipendenti, in prossimità del Vertice del G8 che si terrà a San Pietroburgo dal 15 al 17 luglio. Il servizio di Giuseppe D’Amato: RealAudioMP3


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Abbiamo cercato di rispondere in modo schematico a quei problemi che preoccupano la gente. Questo uno dei passaggi più significativi della conferenza stampa, a conclusione del Summit dei rappresentanti religiosi. Il messaggio lanciato da Mosca è chiaro: la religione non va usata per giustificare la violenza. Le guerre hanno sempre ragioni politiche. E’ stato bello il colpo d’occhio nella sala: i rabbini ebrei seduti a fianco dei rappresentanti dell’Islam. Noi abbiamo correnti rapporti con gli ayatollah iraniani, ha svelato il rabbino David Rosen. Le possibilità d’incontro sono però poche. Al suo fianco l’ayatollah Al Taskin ha avuto parole non solo di circostanza. Corre la proposta di creare un meccanismo in sede ONU che permetta un dialogo attivo fra leader religiosi e politici. Il documento finale di questo summit verrà consegnato ai leader del G8 i quali si incontreranno a San Pietroburgo fra il 15 e il 17 luglio.


Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato
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Della ricchezza degli scambi e dell’importanza dell’incontro ci parla, nell’intervista di Giuseppe D’Amato, il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani: RealAudioMP3


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R. – Penso che questo incontro internazionale sia andato molto bene. Abbiamo incontrato non soltanto Chiese e comunità cristiane, ma soprattutto musulmani, buddisti, ebrei e molti altri. C’è stato uno spirito molto amichevole, aperto. Si è parlato dei problemi del dialogo interreligioso. E c’è stato consenso, molto importante, sul fatto di non poter usare il nome di Dio per usare violenza, per uccidere uomini innocenti. Si è detto che la religione sta dalla parte della pace e dell’amicizia fra gli uomini. Per questo c’è stato il consenso universale. E penso che sia stato molto importante per noi ma anche che sia stato un messaggio al G8 e alle comunità religiose.


D. – Come sono i rapporti adesso fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica? Ci sono dei progressi in corso?


R. – Ci sono stati dei problemi negli anni scorsi, ma abbiamo migliorato il nostro rapporto e ciò è stato visibile durante questo Summit. Il metropolita Kirill qualche settimana fa a Roma è stato in udienza dal Papa ed io ho parlato con lui. Noi vogliamo continuare questo riavvicinamento fra le due Chiese. Penso che adesso abbiamo un nuovo spirito, soprattutto grazie alla partecipazione del Patriarcato di Mosca al dialogo internazionale, che avrà luogo a settembre a Belgrado.


D. – Tutti gli anni è possibile organizzare un incontro, un Convegno mondiale e inviare ai leader del G8 ogni anno un messaggio, in maniera tale da creare un meccanismo di collaborazione fra leader religiosi e leader politici…


R. – Si ha bisogno certamente di un incontro regolare fra i leader religiosi. Abbiamo ancora tanti altri problemi da discutere, ma si potrà fare - se sarà possibile - anche la prossima volta e si vedrà.
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