PAKISTAN: SECONDO MONS. SALDANHA LE DISCRIMINAZIONI E LE VIOLENZE CONTRO I CRISTIANI
PAKISTANI NON SONO DIMINUITE
LAHORE/WASHINGTON, 4 lug ’06 - Le discriminazioni contro i cristiani non accennano
a diminuire in Pakistan: secondo l’arcivescovo di Lahore Lawrence Saldanha, in quest’ultimo
anno sono anzi aumentate le aggressioni e le profanazioni contro le chiese cristiane
nel Paese. In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi all’agenzia Cns durante una
visita di due settimane negli Stati Uniti, l’arcivescovo ha spiegato che la gente
comune in Pakistan continua a non vedere di buon occhio i cristiani che sono spesso
più poveri e meno istruiti. Un sentimento a cui non ha contribuito l’alleanza strategica
del governo pakistano con gli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo che ha
accresciuto l’ostilità dei musulmani radicali: “Pensavamo che questa collaborazione
potesse giovarci – ha detto - e invece ha reso la situazione peggiore”. Anche se l’attuale
governo si dice disponibile in linea di principio ad aiutare la comunità cristiana,
aggiunto, l’attuale legge sulla blasfemia e le ordinanze “Hudood” – i decreti basati
sul Corano, che puniscono anche con la flagellazione e la lapidazione i comportamenti
incompatibili con la legge islamica, come adulterio, gioco d'azzardo, uso di alcol,
reati contro la proprietà, ndr – continuano di fatto ad essere un’istigazione all’odio
settario contro le minoranze nel Paese. Le iniziative per promuovere il dialogo interreligioso
hanno, d’altro canto, un’efficacia concreta limitata: il problema, ha spiegato l’arcivescovo,
è che ci si attiva solo nell’emergenza, passata la quale la mobilitazione cessa. Durante
la sua visita negli Stati Uniti mons. Saldanha si è incontrato con la comunità cattolica
pakistana negli Stati Uniti e con i rappresentanti dei Catholic Relief Services (Crs),
con cui ha discusso dei vari progetti caritativi dell’organizzazione nel Paese. (Cns
– ZENGARINI)