2006-06-24 15:29:14

Il commento di padre Rupnik al Vangelo della Domenica


(24 giugno 2006 - RV) In questa12.ma Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo che racconta della tempesta che si scatena sul Lago di Tiberiade mentre i discepoli con Gesù stanno passando da una riva all’altra. Le onde si rovesciano sulla barca che sembra affondare: il Signore intanto dorme. I discepoli, pieni di spavento, lo svegliano dicendo: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Gesù allora, destatosi, sgrida il vento facendolo cessare. Poi dice ai discepoli:


«Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».


Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik: RealAudioMP3


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Colui a cui obbediscono il vento e il mare è la Parola per mezzo della quale tutto fu creato, anche il vento e il mare. I discepoli ancora non hanno compreso che sono in compagnia del Creatore, ma soprattutto non hanno ancora capito che la cosa più importante è proprio essere con Lui e con Lui rimanere. Qualsiasi cosa succeda importante è l’amicizia con Cristo. La sua Parola creatrice è anche la Parola che salva. Niente può strapparci da Lui, neanche il male che, come il mare agitato, si fa sentire in noi con paure, incertezze e passioni. Niente può resistere alla Parola del nostro Signore e Salvatore, amico degli uomini.
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