Cambiano i vertici politici in Vietnam: il Paese vuole le riforme per entrare nel
WTO
(24 giugno 2006 - RV) In Vietnam, cambiano i vertici del Paese: il Parlamento ha accettato
le dimissioni presentate dal capo di Stato, dal primo ministro e dal presidente dell’Assemblea
nazionale. Fonti locali hanno riferito che i nomi dei successori dei tre dimissionari
saranno resi noti la prossima settimana su proposta del Partito comunista vietnamita.
Ma quali sono le radici di questo mutamento politico in Vietnam? Amedeo Lomonaco lo
ha chiesto a padre Bernardo Cervellera, direttore dell’Agenzia Asia News: ********** R.
- Il Vietnam aveva iniziato fin dagli anni ’80 i cambiamenti, promuovendo la riforma
all’interno della società. Ma questa riforma si è scontrata sempre con una parte del
governo che era effettivamente stalinista nella sua mentalità. Un’altra corrente,
invece, era più propensa alle riforme. A questo punto, la leadership vietnamita deve
decidere di accettare fino in fondo le riforme e accantonare del tutto la matrice
stalinista. Per questo, il capo di Stato, il premier e il presidente del Parlamento,
sono emarginati da tutta la società e dal partito. Lo scopo è di cercare di aprire
il Paese alla modernità e, soprattutto, di far entrare il Vietnam nell’OMC, l’organizzazione
mondiale del commercio. D. – Dopo queste dimissioni si può prefigurare, dunque,
un nuovo indirizzo politico nel Paese? R. – Questo nuovo indirizzo politico si
può già ravvisare adesso perché c’è questa ‘vittoria’ del fronte riformista. Il partito
avrebbe, in realtà, ancora bisogno di riforme dal punto di vista delle libertà, soprattutto
in ambito economico. Non è ancora totalmente aperta la situazione, però ci sono buonissime
prospettive. D. – Il partito comunista continua comunque a mantenere il potere… R.
– Sì, continua a mantenere il potere e lascia pochissimo spazio ad altre voci; controlla
la società anche se per riuscire ad entrare nell’Organizzazione Mondiale del Commercio,
si mostra più liberale nei confronti delle religioni e verso gli investitori stranieri.
Non toglie però la sua presa su tutta la società. D. – A proposito di società vietnamita,
quali ostacoli e prospettive incontra il cristianesimo in Vietnam? R. – Il cristianesimo,
come anche le altre religioni, da una parte è valorizzato. Soprattutto il cristianesimo
e il cattolicesimo sono visti come una presenza che aiuta a risolvere i tanti problemi
della società vietnamita quali l’immoralità, la mancanza di scolarità, di sanità,
etc. La Chiesa è anche vista, poi, nella sua funzione di supplenza per tutto questo;
nello stesso tempo, però, la Chiesa soffre del problema di una non totale libertà.
Il cammino è ancora lungo, però ci sono alcuni importanti passi nuovi. **********