La relazione del cardinale Bertone al Simposio europeo dei docenti universitari
(23 giugno 2006 - RV) Seconda giornata di lavori, oggi, per il IV Simposio europeo
dei docenti universitari. Promosso dal Vicariato di Roma e in programma presso l’Università
Cattolica del Sacro Cuore, il convegno ha come tema “L’impresa e la costruzione di
un nuovo umanesimo” e si pone l’obiettivo di ribadire l’importanza della centralità
dell’uomo all’interno delle strutture sociali, economiche e politiche. Il servizio
di Isabella Piro.
********** Umanesimo? Certo sì: lo ribadisce con forza
il cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova e dal 15 settembre nuovo Segretario
di Stato Vaticano. Assente ai lavori, la sua relazione è stata letta da don Enrico
Dal Covolo, postulatore delle Cause dei Santi per i Salesiani. La Chiesa, si legge
nel testo, nella sua missione di salvezza, non cessa di seminare nei solchi di un
nuovo umanesimo, perché la fede insegna che la felicità è qualcosa che si riceve,
non che si conquista. Essa ci mostra – scrive il cardinale Bertone – che non si può
essere felici da soli, ma che bisogna donarsi agli altri in maniera disinteressata,
così come Dio si è donato all’uomo. Per costruire una città dell’uomo, che gli permetta
di realizzare la sua felicità, la Chiesa e i pontefici propongono un progetto di vita
politica umanista-democratico di ispirazione cristiana, che deve basarsi su alcuni
principi: il principale è quello della dignità umana in tutte le sue dimensioni, compresa
quella trascendente. Nella vita sociale, ribadisce il cardinal Bertone, ogni essere
umano deve essere considerato e trattato come persona e mai come oggetto. Segue poi
il principio della socialità, che ci dice che l’uomo, come parte limitata dell’umanità,
ha il bisogno di essere completato dal confronto con gli altri, soprattutto sulla
conoscenza e sull’amore. Infine, il principio dell’animazione cristiana serve a comprendere
che il divino non distrugge, ma perfeziona l’umano: per il credente, una nuova civiltà
nasce dalla sintesi organica fra valori trascendenti e strutture economiche. Per questo
gli Stati sono chiamati a riconoscere l’autorità morale delle comunità religiose e
la loro valenza pubblica. Infine, il cardinal Bertone ha ricordato come Giovanni Paolo
II fosse un alleato appassionato dell’uomo, della sua sorte, della sua storia. Questo
prende in contropiede –scrive il porporato – quanti si immaginano che la Chiesa, predicando
il Vangelo, invada i sentieri terrestri. Costoro non si accorgono che il Cielo e la
Terra, per l’uomo che cerca la verità, sono tutt’uno. L’ultima citazione del cardinale
Bertone è per l’attuale Papa, Benedetto XVI, un uomo che spera, in senso teologico,
nell’umanesimo: si tratta di una vocazione umana irrinunciabile, perché il bene dell’uomo
si radica in Dio. E di principi basilari dell’umanesimo cristiano ha parlato anche
il cardinale Camillo Ruini, presidente della CEI, inaugurando ieri il convegno in
Campidoglio. Per il porporato, per dirsi cristiano, l’umanesimo deve avere tre tratti
caratteristici:
“Il primo è quello di esaltare la dignità dell’uomo, di ogni
singolo uomo, a livello più alto possibile. Il secondo è quello di riconoscere la
radicale debolezza e la sua necessità di essere salvato ossia l’impossibilità di autosalvarsi.
Il terzo nucleo è relativo alla sfida: mettere in pratica il vincolo di fraternità
universale, che riguarda cioè tutti gli uomini, ma al tempo stesso concreto, che unisce
l’intera famiglia umana in Cristo”.
Dall’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Roma, Isabella Piro per la Radio Vaticana. **********