(18 giugno 2006 - RV) In Spagna, oltre cinque milioni di catalani sono chiamati oggi
alle urne per approvare il nuovo statuto di autonomia regionale in un referendum
che, secondo i sondaggi, anche grazie all’appoggio del premier Zapatero, dovrebbe
por- tare alla vittoria del ‘sì’. Tuttavia la sinistra indipendentista rifiuta
il testo come insufficiente mentre il Partito Popolare di opposizione denuncia il
pericolo per l’unità della Spagna. Ce ne parla Eugenio Bonanata:
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elettori devono pronunciarsi sullo Statuto che riconosce alla Catalogna, una delle
regioni più ricche del Paese, un maggiore controllo sulla riscossione delle tasse
e sulle questioni giudiziarie. Il nuovo Statuto, approvato lo scorso anno dal Parlamento
locale, è stato ratificato dal Congresso nazionale che però ha stemperato alcuni riferimenti
‘più estremi. Ne è seguito un grande dibattito che da mesi domina lo scontro fra Governo
e opposizione. Il Partito Popolare critica le concessioni di autogestione a cominciare
proprio dal tema fiscale. Soprattutto teme che questo passo metta in discussione l’unità
della Spagna e lo definisce, quindi, “incostituzionale”. Dal canto suo il premier
Zapatero ha invitato a votare ‘sì’ contro “l’autoritarismo e il centralismo” dell’opposizione,
che, a suo dire, è anticatalano Nonostante il suo forte appoggio il premier non è
riuscito però a convincere la Sinistra repubblicana di Catalogna (ERC) che ha invece
deciso, se pur con contrasti interni, di dire ‘no’ a un testo giudicato insufficiente.
I sondaggi hanno annunciato una partecipazione del 55% e prevedono una vittoria del
‘sì’ con circa il 75% dei consensi. In questo quadro, secondo la stampa, sarà proprio
il dato della partecipazione a dare la misura del successo o meno del referendum.
Nella consultazione popolare del 1979 che approvò l’attuale statuto, la partecipazione
fu del 59% e l’88% votò 'si''. Oggi nella regione della costa mediterranea settentrionale,
gli oltre 8 mila seggi resteranno aperti fino alle 20. **********