Nasce a Ginevra il Consiglio ONU per i diritti umani: il commento di mons. Tomasi
(19 giugno 2006 - RV) Si insedia oggi a Ginevra il Consiglio delle Nazioni Unite per
i Diritti Umani, in sostituzione della disciolta Commissione per i Diritti Umani.
Un nuovo organismo che nasce con luci ed ombre: a farne parte entrano infatti anche
Stati come Cina, Cuba e Arabia Saudita, più volte criticati dalle organizzazioni di
difesa dei diritti umani, mentre gli Stati Uniti e Israele si tengono fuori. Sulle
aspettative per questo nuovo strumento dell’ONU in difesa dei diritti fondamentali,
Alessandro Gisotti ha intervistato l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore
permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra:
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R. – La speranza è che questo nuovo Consiglio dei Diritti umani, uno dei tre pilastri
portanti della struttura delle Nazioni Unite, assieme allo Sviluppo e alla Sicurezza,
possa davvero rispondere alle aspettative che la comunità internazionale ha posto
in questa riforma, e cioè che ci sia meno politicizzazione nel cercare di affrontare
le crisi dove i diritti umani vengono conculcati. Il nuovo Consiglio, alla cui inaugurazione
verrà anche mons. Giovanni Lajolo in rappresentanza della Santa Sede, può allargare
la coscienza dei diritti delle persone a tutti i settori dell’attività. Bisognerà
comunque rimanere molto attenti, affinché il fondamento dei diritti umani di ciascuno
sia proprio il rispetto e la consapevolezza che siamo tutti figli di Dio.
D.
– La nascita di questo nuovo organismo può incoraggiare una riforma del sistema delle
Nazioni Unite per renderla più efficace?
R. – Certo, se il nuovo Consiglio
dei Diritti umani partirà bene e si affermerà con efficacia, il segnale chiaro sarà
che è possibile affrontare anche altri segmenti della struttura delle Nazioni Unite,
con buona volontà e con il consenso dei membri. Ci vuole soprattutto la volontà politica.
L’obiettivo è di trovare una formula che veramente sia partecipativa, dove cioè tutti
gli Stati possano esprimere la loro opinione e contribuire con la loro cultura e la
loro esperienza. Certo, è un cammino lungo. Si sta dibattendo proprio in questi giorni
su come cambiare la struttura amministrativa delle Nazioni Unite, cioè come rendere
più snella la sua burocrazia, rendere più efficace l’utilizzazione del suo budget.
Se il Consiglio dei Diritti umani funzionerà bene si potrà prendere il via da questa
esperienza e si potrà cominciare anche per il Consiglio di Sicurezza a trattare seriamente. **********