Darfur: appello all'ONU perchè fermi i massacri di civili
(18 giugno 2006 - RV) La sezione europea di “Religioni per la Pace” chiede all’ONU
di fermare la violenza in Darfur. L’appello è stato lanciato ieri a Trento da esponenti
cristiani, musulmani, ebrei e zoroastriani che chiedono al Palazzo di Vetro di non
“restare silenziosi di fronte alla perdita di vite umane in Darfur” dove – si legge
nel testo - “il massacro, tollerato dal governo sudanese, uccide circa 500 persone
al giorno”. L’organizzazione internazionale chiede inoltre di impiegare “un numero
sufficiente di truppe di pace per proteggere i civili”; un rafforzamento dell’assistenza
ai rifugiati e l’incremento degli osservatori sui diritti umani. Nei giorni scorsi,
anche un rapporto della Corte penale internazionale (CPI) denunciava – citando testimoni
– almeno 2 mila villaggi rasi al suolo, massacri e centinaia di stupri avvenuti tra
alcuni dei gruppi in lotta. Secondo varie stime, la crisi nella regione africana avrebbe
provocato tra i 180 e i 300 mila morti e circa 2 milioni e mezzo di rifugiati. Lo
scorso mese di maggio un fragile accordo di pace è stato firmato in Nigeria fra il
governo sudanese dominato dall’etnia araba e alcuni dei gruppi ribelli di etnia africana.
Ma la situazione nell’area resta preoccupante. Paolo Ondarza ne ha parlato con mons.
Matteo Zovkic, vicario della diocesi di Sarajevo, tra i firmatari dell’iniziativa:
*********** R. - C’è una missione dell’ONU in Sudan, nella zona del Darfur,
dove i civili, innocenti, stanno soffrendo e morendo. Noi vogliamo occuparci di loro.
D.
–In particolare le religioni cosa chiedono a Kofi Annan?
R. – Prima di tutto
siamo lieti che le Nazioni Unite abbiano cominciato un’azione di aiuto e di assistenza
a questa gente. Vogliamo solamente che questo sia fatto il più velocemente possibile:
noi vogliamo chiedere sia a Kofi Annan che ad altre strutture internazionali di essere
più efficaci nell’assistenza alle popolazioni sofferenti e il nostro appello è di
aiutare questi civili innocenti che muoiono per la fame e per le violenze.
D.
– Quali sono le sue aspettative?
R. – La maggioranza in Sudan è musulmana.
Noi ci aspettiamo che questa maggioranza del Sudan faccia, a causa della loro fede,
di più per la gente sofferente nella regione di Darfur. D. - Vuole aggiungere
altro?
R.- Io vorrei rivolgermi agli ascoltatori della Radio Vaticana per
invitare tutti i cristiani a costruire la pace dove possiamo, come credenti, con gli
altri cittadini di questo mondo. ************