La Chiesa proclama un nuovo beato: è un missionario olandese che ha speso la sua vita
per i poveri del Brasile
(15 giugno 2006 - RV) Il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione
per le Cause dei Santi, presiederà oggi alle 16, in Brasile, nello “Estadio do Mineirao”
di Belo Horizonte la beatificazione del sacerdote di origine olandese Padre Eustáchio
van Lieshout. Nato il 3 novembre 1890 era un religioso della Congregazione dei Sacri
Cuori di Gesù e Maria. Giunse missionario a Río de Janeiro nel 1925 e il suo apostolato
si rivolse al prossimo con una dedizione totale tanto che la sua fama crebbe presto.
Morì il 30 agosto 1943. Ma in quale ambiente ha svolto la sua missione padre Eustaquio?
Ce lo spiega al microfono di Giovanni Peduto padre Enrique Losada, superiore generale
della Congregazione dei Sacri Cuori:
********** R.
- Padre Eustaquio si dedicò soprattutto alla pastorale parrocchiale tanto in Olanda
come in Brasile. Suoi prediletti furono i poveri e gli infermi. Si preoccupava che
i suoi parrocchiani non si dedicassero a pratiche ‘spiritiche’ per raggiungere con
tali mezzi la guarigione delle loro infermità, ciò che sviluppò in lui una particolare
sensibilità per poter affrontare con risorse naturali, come la preghiera e la benedizione
i mali che affliggevano quella gente. Cercò sempre di distinguere tra salute fisica
e salute spirituale per evitare interpretazioni errate, tuttavia, per l’una e per
l’altra offrì la sua generosa dedizione.
D. – Qual è stata la peculiarità
della sua santità?
R. - Padre Eustaquio è un modello di pastore in cui
la contemplazione e l’azione, la spiritualità ed il servizio apostolico si integrano
molto intensamente. Si può dire che lo zelo per la salvezza delle persone a lui affidate
fu un elemento essenziale della sua santità e fu sicuramente questo zelo che si manifestò
in modo straordinario attraverso le guarigioni che le sue preghiere e benedizioni
realizzavano in tante persone che a lui si avvicinavano. Realmente, si può dire che
arrivò ad essere un uomo molto popolare e riconosciuto come santo da tante persone
che in lui trovavano aiuto e consolazione. Il suo saluto era: “Salute e pace!”.
D.
- Vuole riferirci un episodio rilevante della sua vita?
R. - La sua fama
di santità e di potere operare delle guarigioni era tanto grande che i suoi superiori
dovettero prendere delle decisioni e molte volte lo trasferirono di luogo, per evitare
problemi di ordine pubblico. Effettivamente quando si sapeva che padre Eustaquio era
in un determinato posto, questo luogo diveniva meta di pellegrinaggio. Una volta in
Rio de Janeiro, si dovette interrompere il traffico stradale perché si era accalcata
tanta gente davanti alla chiesa dell’Immacolata Concezione, nella spiaggia de Leblón,
che era impossibile poter attraversare la via. Certamente le conseguenze della sua
fama furono per padre Eustaquio anche una croce, che dovette accettare dato che per
un certo tempo i superiori lo allontanarano dal ministero pubblico per evitare affollamenti
e disturbi.
D. - Qual è l’attualità del suo messaggio?
R. - L’integrazione
della contemplazione e dell’azione, della spiritualità e servizio apostolico nella
dedizione ai più poveri ed infermi è certamente un messaggio importante per noi, oggi.
La ricerca dei mezzi e forme adeguate per far giungere il messaggio del Vangelo a
tutte le persone di qualunque condizione è anche una testimonianza importante per
il processo di evangelizzazione nel nostro tempo. Infine la capacità di sopportare
con serenità e pace i problemi, che la propria dedizione generosa ai bisognosi può
portare con sé tanto nella relazione con l’autorità come con le altre istanze sociali
o ecclesiali, è altresì un’altra testimonianza valida di padre Eustaquio per tutti. **********