Da oggi sugli schermi in Italia il film su Sant'Antonio da Padova
(09 giugno 2006 - RV) Da oggi sugli schermi italiani “Antonio, guerriero di Dio”,
un film appassionato, dedicato a Sant’Antonio da Padova, di origine portoghese, uno
dei Santi più popolari al mondo, dalla spiritualità forte, immensa e colma di letizia
e d’amore per Dio e gli uomini. Il regista Antonello Belluco ne ha tratto un’opera
fedele e sontuosa. Il servizio è di Luca Pellegrini:
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del Milleduecento il sangue si versava facilmente; la vita, agli occhi dell’uomo d’allora,
aveva un valore diverso da quello che noi le attribuiamo. Ma la vita, agli occhi di
Dio, era sacra allora come oggi. E se una guerra si doveva combattere, i santi capivano
che necessaria era quella per insegnare l’amore di Dio, per tutelare gli ultimi, accogliere
gli oppressi, perdonare i peccatori. Antonio, il Santo, combatte per Dio: con la parola,
la lingua, il gesto – il corpo insomma –, con la volontà e la fede. Travolge, con
il suo insaziabile desiderio di giustizia e Vangelo, lui, travolto, invece, dalla
sofferenza, dalla debolezza, sua e dei miseri che lo circondano. In un mondo sconquassato
da eroismi e brutalità, da pietà nascoste e crudeltà manifeste, Antonio si prodiga
a far conoscere Dio, la notizia più bella del mondo. Il film che Antonello Belluco,
scrittore e regista, dedica al Santo, a Padova, ai fedeli, è pieno di questa fede,
di gioia e di dolore, di chiaroscuri tipici dell’“età del ferro”. Donne e uomini,
bambini e sacerdoti, nessuno rimane indifferente a quella parola che l’attore spagnolo
Jordi Mollà proietta con accento volutamente portoghese, terra d’origine d’Antonio.
Il suo incontro con Francesco ad Assisi è viscerale e toccante; quello con Papa Gregorio
IX, interpretato dal carismatico Arnoldo Foà, solenne e problematico. Al regista Antonello
Belluco abbiamo chiesto che cosa abbia per lui significato immergersi in questo difficile
progetto cinematografico:
“Antonio per me è stato un grande amico, da quando
ero bambino. E quindi, il fatto di studiare per arrivare a fare il film è stato anche
il fatto di conoscerlo di più. La cosa più grande è che mi sono reso conto di quanto
lui fosse vicino a me anche con il pensiero, con il modo di agire. E questo me l’ha
fatto sentire ancora più amico. Perché mi sono reso conto che Antonio non è stato
solamente un grande condottiero – se vogliamo così chiamarlo, per rimanere in tema
con il titolo del film; ma è stato anche, e lo è a tutt’oggi, esempio per i tempi
odierni. E quindi Antonio era importante nel 1200 ma è importante ancora oggi. Quindi
non è soltanto il santo taumaturgo, ma è un santo che dovrebbe essere esempio per
molte persone che oggi conducono la nostra vita quotidiana”.
L’attualità
del messaggio di Antonio?
“Una cosa è certa: che Antonio è stato non solo
un grande uomo di Dio ma è stato anche un grande uomo per la povera gente; se vogliamo,
anche un politico di allora. La cosa più grande in Antonio è stata la gratuità, cioè
il fatto di dare se stesso, il fatto di dare tutto con grande amore, nel nome di Dio,
senza avere nulla in contraccambio”. **********