(07 giugno 2006 - RV) "Seria preoccupazione" per i 65 mila sfollati di Timor Est ammassati
in campi profughi, privi di sicurezza e tutela. L’ha espressa l'Alto commissariato
Onu per i Rifugiati, che - con un ponte aereo - ha già fatto arrivare i primi aiuti
d'emergenza. A Dili intanto vanno avanti i contatti tra governo e ribelli. Il ministro
di Esteri e Difesa, Ramos Horta, ha incontrato oggi il capo dei militari in lotta
contro il potere centrale, Alfredo Reinado, dettosi disponibile a trovare una soluzione
alla crisi. Mentre le Nazioni Unite hanno annunciato che apriranno un’inchiesta sugli
scontri delle scorse settimane, nella capitale continuano le manifestazioni: soltanto
ieri oltre duemila dimostranti hanno invocato le dimissioni del premier Mari Alkatiri,
accusato di aver licenziato 600 soldati. La decisione, presa lo scorso aprile, non
è stata infatti digerita dai militari, secondo cui dietro il provvedimento ci sarebbero
ufficiali dell'esercito filo-indonesiani originari di Timor Ovest. Sulla situazione
nel Timor orientale, sentiamo Emanuele Giordana, direttore dell’agenzia di stampa
Lettera 22, intervistato da Giada Aquilino: