2006-06-02 14:13:55

Costruire ponti di comprensione tra Chiesa e opinione pubblica: così il Papa ai media della CEI


(02 giugno 2006 - RV) Diffondete il Vangelo di Cristo in Italia, senza stancarvi “di costruire ponti di comprensione e comunicazione tra l’esperienza ecclesiale e l’opinione pubblica”. E’ quanto ha detto il Papa ricevendo oggi in Vaticano dirigenti, giornalisti e tecnici del quotidiano cattolico Avvenire, del canale televisivo Sat2000, del circuito radiofonico InBlu e dell’agenzia Sir, tutte realtà collegate alla Conferenza episcopale italiana. Era presente anche il cardinale Camillo Ruini. Benedetto XVI ha invitato i cattolici e tutti gli italiani attenti ai valori autentici a sostenere queste testate giornalistiche. Il servizio di Sergio Centofanti. RealAudioMP3


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“Cari amici, voi svolgete una funzione davvero importante: anche mediante il vostro contributo, infatti, trova continuità l’impegno dei cattolici italiani per portare il Vangelo di Cristo nella vita della Nazione”.


Il Papa sottolinea con forza il ruolo degli operatori dei media promossi dalla Conferenza episcopale italiana e ricorda che fu Paolo VI a volere “la nascita di Avvenire, come quotidiano cattolico nazionale”, negli anni dell’immediato dopo-Concilio. Un impegno ampliato poi con “una decisione coraggiosa … al campo dell’emittenza radiotelevisiva” per diffondere in modo sempre più efficace il messaggio cristiano nell’odierna cultura:


“La cultura europea, come ben sapete, si è formata attraverso i secoli con il contributo del cristianesimo. A partire poi dall’illuminismo la cultura dell’occidente si è andata allontanando dai suoi fondamenti cristiani con velocità crescente”.


Alcuni fatti – ha proseguito il Papa – “ci mostrano con drammatica chiarezza le conseguenze di questo allontanamento”: “la dissoluzione della famiglia e del matrimonio, gli attentati alla vita umana ed alla sua dignità, la riduzione della fede ad esperienza soggettiva e la conseguente secolarizzazione della coscienza pubblica”:


“Esistono tuttavia in varie parti d’Europa esperienze e modalità di cultura cristiana che si affermano o che nuovamente emergono con slancio crescente. In particolare, la fede cattolica è ancora sostanzialmente presente nella vita del popolo italiano e i segni di una sua rinnovata vitalità sono visibili a tutti. Nel vostro lavoro di comunicatori che si ispirano al Vangelo è pertanto necessario un costante discernimento”.


Si tratta – ha detto il Pontefice – di rafforzare “quelle forme cristiane che provengono dalla grande tradizione del popolo italiano” e di “promuovere le nuove esperienze cristiane che stanno nascendo” aiutandole “a maturare una sempre più chiara consapevolezza del proprio radicamento ecclesiale e del ruolo che possono svolgere nella società e nella cultura dell’Italia”. Occorre essere “attenti ai mille risvolti della vita concreta di un popolo, ai suoi problemi, ai suoi bisogni e alle sue speranze”, sapendo che “la fede cristiana è aperta a tutto ciò che di vero, nobile, giusto, puro” vi è nelle culture. Il Papa invita quindi i giornalisti cattolici a dare “una testimonianza luminosa di profonda vita cristiana”, restando “sempre tenacemente uniti a Cristo per poter guardare il mondo con gli stessi suoi occhi”:


“Siate felici di appartenere alla Chiesa e di immettere nel grande circuito della comunicazione la sua voce e le sue ragioni. Non stancatevi di costruire dei ponti di comprensione e comunicazione tra l’esperienza ecclesiale e l’opinione pubblica. Potrete così essere protagonisti di una comunicazione non evasiva ma amica al servizio dell’uomo di oggi”.


Benedetto XVI, infine, assicura la sua “costante vicinanza” ai media sostenuti dalla Conferenza episcopale italiana e auspica che a una tale comunicazione “vadano l’attenzione e il sostegno dei cattolici e di tutti gli italiani solleciti dei valori autentici”.
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