Costruire ponti di comprensione tra Chiesa e opinione pubblica: così il Papa ai media
della CEI
(02 giugno 2006 - RV) Diffondete il Vangelo di Cristo in Italia, senza stancarvi “di
costruire ponti di comprensione e comunicazione tra l’esperienza ecclesiale e l’opinione
pubblica”. E’ quanto ha detto il Papa ricevendo oggi in Vaticano dirigenti, giornalisti
e tecnici del quotidiano cattolico Avvenire, del canale televisivo Sat2000, del circuito
radiofonico InBlu e dell’agenzia Sir, tutte realtà collegate alla Conferenza episcopale
italiana. Era presente anche il cardinale Camillo Ruini. Benedetto XVI ha invitato
i cattolici e tutti gli italiani attenti ai valori autentici a sostenere queste testate
giornalistiche. Il servizio di Sergio Centofanti.
******** “Cari
amici, voi svolgete una funzione davvero importante: anche mediante il vostro contributo,
infatti, trova continuità l’impegno dei cattolici italiani per portare il Vangelo
di Cristo nella vita della Nazione”.
Il Papa sottolinea con forza il ruolo
degli operatori dei media promossi dalla Conferenza episcopale italiana e ricorda
che fu Paolo VI a volere “la nascita di Avvenire, come quotidiano cattolico nazionale”,
negli anni dell’immediato dopo-Concilio. Un impegno ampliato poi con “una decisione
coraggiosa … al campo dell’emittenza radiotelevisiva” per diffondere in modo sempre
più efficace il messaggio cristiano nell’odierna cultura:
“La cultura
europea, come ben sapete, si è formata attraverso i secoli con il contributo del cristianesimo.
A partire poi dall’illuminismo la cultura dell’occidente si è andata allontanando
dai suoi fondamenti cristiani con velocità crescente”.
Alcuni fatti –
ha proseguito il Papa – “ci mostrano con drammatica chiarezza le conseguenze di questo
allontanamento”: “la dissoluzione della famiglia e del matrimonio, gli attentati alla
vita umana ed alla sua dignità, la riduzione della fede ad esperienza soggettiva e
la conseguente secolarizzazione della coscienza pubblica”:
“Esistono tuttavia
in varie parti d’Europa esperienze e modalità di cultura cristiana che si affermano
o che nuovamente emergono con slancio crescente. In particolare, la fede cattolica
è ancora sostanzialmente presente nella vita del popolo italiano e i segni di una
sua rinnovata vitalità sono visibili a tutti. Nel vostro lavoro di comunicatori che
si ispirano al Vangelo è pertanto necessario un costante discernimento”.
Si
tratta – ha detto il Pontefice – di rafforzare “quelle forme cristiane che provengono
dalla grande tradizione del popolo italiano” e di “promuovere le nuove esperienze
cristiane che stanno nascendo” aiutandole “a maturare una sempre più chiara consapevolezza
del proprio radicamento ecclesiale e del ruolo che possono svolgere nella società
e nella cultura dell’Italia”. Occorre essere “attenti ai mille risvolti della vita
concreta di un popolo, ai suoi problemi, ai suoi bisogni e alle sue speranze”, sapendo
che “la fede cristiana è aperta a tutto ciò che di vero, nobile, giusto, puro” vi
è nelle culture. Il Papa invita quindi i giornalisti cattolici a dare “una testimonianza
luminosa di profonda vita cristiana”, restando “sempre tenacemente uniti a Cristo
per poter guardare il mondo con gli stessi suoi occhi”:
“Siate felici
di appartenere alla Chiesa e di immettere nel grande circuito della comunicazione
la sua voce e le sue ragioni. Non stancatevi di costruire dei ponti di comprensione
e comunicazione tra l’esperienza ecclesiale e l’opinione pubblica. Potrete così essere
protagonisti di una comunicazione non evasiva ma amica al servizio dell’uomo di oggi”.
Benedetto
XVI, infine, assicura la sua “costante vicinanza” ai media sostenuti dalla Conferenza
episcopale italiana e auspica che a una tale comunicazione “vadano l’attenzione e
il sostegno dei cattolici e di tutti gli italiani solleciti dei valori autentici”. **********