Il cardinale Angelini: il denaro non potrà mai essere la finalità ideale del calcio
(15 maggio 2006 - RV) La difficile situazione del calcio italiano, in questo momento,
colpisce e turba seriamente l’opinione pubblica e pone interrogativi che non possono
avere risposte formulate da inutili, se non offensive, esclamazioni di sorpresa, incredulità,
recriminazione e affrettata condanna. Con queste parole, il presidente emerito del
Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, cardinale Fiorenzo Angelini, ha commentato
ai nostri microfoni, l’attuale profonda crisi del calcio italiano, sconvolto da un’ampia
serie di scorrettezze che hanno falsato, secondo gli inquirenti, la stagione 2004-2005.
Irregolarità che hanno portato 41 persone ad essere indagate e alla sospensione in
borsa, oggi, del titolo della Juventus, società maggiormente implicata nello scandalo.
Questa mattina l’ex direttore generale della squadra di Torino, Luciano Moggi, è stato
interrogato, inoltre, dai pubblici ministeri di Napoli. E’ accusato di aver partecipato
ad un’associazione per delinquere finalizzata a compiere “una serie indeterminata
di delitti di frode in competizioni sportive” e a condizionare il campionato di calcio.
“L’imbroglio, la truffa, il desiderio sfrenato, irrazionale del denaro – ha spiegato
il cardinale Angelini - tenta di azzerare in questo momento una spensieratezza intelligente
che è vita e vitalità”. Il calcio vero – ha aggiunto il porporato – è vera giovinezza
in ogni stagione della vita. Per questo – ha osservato – è necessario un intelligente,
rapido rigoroso, intervento della giustizia. E’ urgente – ha concluso il porporato
– ricostruire con coraggiosa onestà e fiducia quanto è stato distrutto, tenendo presente
che il denaro non potrà mai essere la finalità ideale del calcio.