Dialogo interreligioso nel rispetto reciproco, senza rinunciare alla propria identità:
così il Papa ai membri del Pontificio Consiglio per i Migranti
(15 maggio 2006 - RV) I cristiani sono chiamati a coltivare un dialogo interreligioso
senza rinunciare alla propria identità: è il forte richiamo di Benedetto XVI che,
stamani, ha ricevuto in udienza i membri della Plenaria del pontificio consiglio della
Pastorale dei Migranti e gli Itineranti. Il dicastero vaticano, presieduto dal cardinale
Renato Raffaele Martino, è riunito da oggi in Vaticano sul tema “Migrazione e itineranza
da e per i Paesi a maggioranza islamica”. Nel suo intervento, il Papa ha anche ribadito
che il dialogo deve sempre fondarsi sul rispetto reciproco. Il servizio di Alessandro
Gisotti: Sui
temi del dialogo interreligioso e della reciprocità, affrontati dal Papa, Giovanni
Peduto ha chiesto una riflessione al cardinale Renato Raffaele Martino, neo-presidente
del Dicastero:
********** R.
– Infatti, solo il dialogo tra differenti civiltà e la ricerca di una reciproca comprensione
possono creare le condizioni di un futuro migliore per tutti. Bisogna continuare a
costruire ponti di amicizia tra i seguaci delle diverse religioni. In particolare,
cristiani e musulmani, come il Papa disse chiaramente a Colonia durante la Giornata
Mondiale della Gioventù, devono far fronte insieme alle molte sfide del nostro tempo.
Il dialogo interreligioso e interculturale tra di loro non può ridursi ad un optional
ma è una necessità vitale, da cui dipende in gran parte il nostro futuro. Benedetto
XVI sa bene che migranti e itineranti possono essere ponti viventi di amicizia, ma
divenire anche strumenti di odio e di conflitti, come la storia spesso ci ha insegnato.
Bisogna trarre lezione dal passato per non ripetere gli stessi errori e dunque cercare
le vie della riconciliazione, imparando a vivere nel rispetto dell'identità ciascuno
dell'altro.
D. – Un auspicio, Eminenza, per i lavori di questa sua prima Plenaria
come Presidente del Dicastero …
R. – lo spero che il nostro lavoro in questi
giorni possa offrire un contributo al profondo desiderio espresso da Benedetto XVI
durante la già citata Giornata Mondiale di Colonia: “Se insieme riusciremo ad eliminare
dai cuori ogni traccia di rancore, a resistere ad ogni forma di intolleranza e ad
opporci ad ogni manifestazione di violenza, allora saremo in grado di far tornare
indietro l’ondata di crudele fanatismo che minaccia la vita di tanta gente e impedisce
di progredire verso un mondo di pace”. **********