Sul "Codice da Vinci", i commenti di mons. Amato, mons. Forte, padre O'Collins, lo
storico Cardini, il prof. Vezzosi e la prof.ssa Lev
(19 maggio 2006 - RV) Esce oggi nelle sale di tutto il mondo, accompagnato da un
colossale battage pubblicitario, il film “Codice da Vinci”, ispirato fedelmente al
controverso romanzo di Dan Brown. La pellicola, costata ben 125 milioni di dollari,
è stata accolta con freddezza e ironia al Festival di Cannes. Tra le mistificazioni
più evidenti contenute nel romanzo e nel film, spicca la lettura che viene offerta
della figura e dell’opera di Leonardo da Vinci. Ecco il commento della storica di
arte cristiana, Elizabeth Lev della Duquesne University, intervistata da Alessandro
Gisotti:
“Le mode editoriali
e cinematografiche” come quelle del Codice da Vinci, “offrono l’occasione di un’opera
capillare di informazione” che “aiuti la gente” a conoscere meglio le verità storiche
del cristianesimo. E’ quanto ha detto il cardinale Camillo Ruini nella sua prolusione
all’Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana. Per il porporato certe
“fantasie” e “falsificazioni” hanno certamente “uno scopo commerciale ma costituiscono
anche una radicale e del tutto infondata contestazione del cuore stesso della nostra
fede, a cominciare dalla Croce del Signore”. “Già il Nuovo Testamento – ha sottolineato
il cardinale - conosce la tendenza ad andare dietro alle favole, piuttosto che dare
ascolto alla testimonianza della verità” ma “non è il caso di cedere al pessimismo:
alla fine – ha affermato il presidente della CEI - il fascino della verità è più forte
di quello dell’illusione, e di verità la nostra gente oggi ha una grande sete”. Ma
ascoltiamo in proposito il commento del segretario della Congregazione per la Dottrina
della Fede, l’arcivescovo Angelo Amato, intervistato da padre Vito Magno: **********
D. – Mons. Amato, Il Codice da Vinci, Il Vangelo secondo Giuda … pensa che questi
altri attacchi a fondamentali verità storiche del cristianesimo facciano parte di
un calcolo, di una strategia anticristiana? R. – E’ un fatto che oggi si possa
impunemente sparlare del Papa, come si sta facendo in Germania, con un cartone animato.
Si può anche falsificare a piacimento la storia del cristianesimo, senza un minimo,
non dico di rispetto religioso, ma di elementare etica storica. Per cui tutto quello
che è contenuto nei libri da lei citati sembra veramente essere privo di fondamento
reale. Quindi, sembra una vera e propria diffamazione nei confronti della Chiesa e
intesa a screditare la Chiesa. D. – Per quali motivi? R. – Io credo che la Chiesa
rimanga oggi la sola a proteggere chiaramente, esplicitamente, la vita umana dal suo
sorgere al suo tramonto, la sola a tutelare la famiglia, la sola a dire una parola
chiara in temi di etica sessuale e di bioetica, la sola che riproponga il valore dei
Dieci Comandamenti. D. – Cosa dire del Codice da Vinci? R. – Guardi, tutto
il libro è una proterva distorsione della verità. Per esempio, negare la divinità
di Gesù e affermare che la inventò il Concilio di Nicea del 325 d.C. significa proprio
falsificare la storia. Già subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quindi
intorno agli anni 40 d.C., la Chiesa così cantava nel famoso inno contenuto nella
lettera di San Paolo ai Filippesi: “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non
considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio”. D. – La Chiesa oggi cosa
fa per difendere le verità di fede? R. – Continua la sua opera di difesa della
dottrina mediante il Magistero del Papa e dei vescovi. E oggi, comunque, mediante
la Congregazione per la Dottrina della Fede continua a proteggere il popolo cristiano
anche mediante la correzione di ipotesi teologiche sbagliate. D. – C’è, quindi,
da aspettarsi una confutazione ufficiale del Codice da Vinci? R. – Non credo, perché
il libro a mio parere non merita tanto, essendo sprovvisto proprio di cultura storica
e biblica, ma le Chiese e le comunità cristiane dovrebbero parlare più forte, cioè
gridare la verità dai tetti, come dice il Vangelo, per arginare la menzogna, che purtroppo
usa tutte le armi della persuasione mediatica per ottenere questo consenso di massa. **********
“Il Codice da Vinci: un inganno magistrale”: è il titolo di un documentario
realizzato da Mario Biasetti per l’agenzia Rome Reports News, che racconta
come il romanzo di Dan Brown sia costruito su un castello di mistificazioni. La presentazione
del video si è svolta stamani alla Sala Stampa Estera di Roma. All’evento, che precede
di tre giorni l’uscita del film che al romanzo si ispira, hanno partecipato tra gli
altri la storica dell’arte, Elizabeth Lev e il teologo gesuita della Gregoriana, Gerald
O’Collins. Proprio a padre O’Collins, abbiamo chiesto di indicare le principali falsificazioni
presenti nel “Codice da Vinci”:
Il regista
de “Il Codice da Vinci”, Ron Howard, si è rifiutato di inserire una nota introduttiva
al film che sottolinei come questo sia frutto della fantasia, senza pretesa di attendibilità
storica. La richiesta era stata formulata dalla Prelatura dell’Opus Dei che, nell'omonimo
libro di Dan Brown, viene descritta come una setta intenta a nascondere verità fondamentali
sulle origini del Cristianesimo, svelate dal libro. Secondo il romanzo, per esempio,
sarebbe stato Costantino, solo nel 325 con il Concilio di Nicea, a stabilire la divinità
di Cristo. Una falsificazione vera e propria, come sottolinea il teologo Bruno Forte,
arcivescovo di Chieti-Vasto:
Il suo successo
è legato a doppio filo al nome di Leonardo Da Vinci, ma il fantasioso romanzo di Dan
Brown travisa la figura del genio italiano e ne mistifica l’opera. Nel suo romanzo,
a cui si ispira una mega produzione cinematografica, Brown sostiene che nell’Ultima
Cena di Leonardo la persona seduta accanto a Gesù non sarebbe San Giovanni, il più
giovane dei discepoli, ma Maria Maddalena. Una tesi bislacca, come sottolinea il prof.
Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo da Vinci:
“Non ha né
credenziali né capacità come storico”: con queste parole, il 7 aprile scorso, il giudice
Peter Smith ha assolto il romanziere Dan Brown dall’accusa di avere plagiato Il
Santo Graal, saggio pubblicato nel 1982, basato su documenti riconosciuti come
falsi. Ora, però, il Codice Da Vinci sta per approdare nelle sale cinematografiche
di tutto il mondo accompagnato dallo slogan “La verità sarà svelata”. Un’ambiguità
che non può essere considerata innocua. Ecco la riflessione dello storico Franco Cardini: