2006-05-09 15:42:29

Sul "Codice da Vinci", i commenti di mons. Amato, mons. Forte, padre O'Collins, lo storico Cardini, il prof. Vezzosi e la prof.ssa Lev


(19 maggio 2006 - RV) Esce oggi nelle sale di tutto il mondo, accompagnato da un colossale battage pubblicitario, il film “Codice da Vinci”, ispirato fedelmente al controverso romanzo di Dan Brown. La pellicola, costata ben 125 milioni di dollari, è stata accolta con freddezza e ironia al Festival di Cannes. Tra le mistificazioni più evidenti contenute nel romanzo e nel film, spicca la lettura che viene offerta della figura e dell’opera di Leonardo da Vinci. Ecco il commento della storica di arte cristiana, Elizabeth Lev della Duquesne University, intervistata da Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

“Le mode editoriali e cinematografiche” come quelle del Codice da Vinci, “offrono l’occasione di un’opera capillare di informazione” che “aiuti la gente” a conoscere meglio le verità storiche del cristianesimo. E’ quanto ha detto il cardinale Camillo Ruini nella sua prolusione all’Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana. Per il porporato certe “fantasie” e “falsificazioni” hanno certamente “uno scopo commerciale ma costituiscono anche una radicale e del tutto infondata contestazione del cuore stesso della nostra fede, a cominciare dalla Croce del Signore”. “Già il Nuovo Testamento – ha sottolineato il cardinale - conosce la tendenza ad andare dietro alle favole, piuttosto che dare ascolto alla testimonianza della verità” ma “non è il caso di cedere al pessimismo: alla fine – ha affermato il presidente della CEI - il fascino della verità è più forte di quello dell’illusione, e di verità la nostra gente oggi ha una grande sete”. Ma ascoltiamo in proposito il commento del segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’arcivescovo Angelo Amato, intervistato da padre Vito Magno:
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D. – Mons. Amato, Il Codice da Vinci, Il Vangelo secondo Giuda … pensa che questi altri attacchi a fondamentali verità storiche del cristianesimo facciano parte di un calcolo, di una strategia anticristiana?
R. – E’ un fatto che oggi si possa impunemente sparlare del Papa, come si sta facendo in Germania, con un cartone animato. Si può anche falsificare a piacimento la storia del cristianesimo, senza un minimo, non dico di rispetto religioso, ma di elementare etica storica. Per cui tutto quello che è contenuto nei libri da lei citati sembra veramente essere privo di fondamento reale. Quindi, sembra una vera e propria diffamazione nei confronti della Chiesa e intesa a screditare la Chiesa.
D. – Per quali motivi?
R. – Io credo che la Chiesa rimanga oggi la sola a proteggere chiaramente, esplicitamente, la vita umana dal suo sorgere al suo tramonto, la sola a tutelare la famiglia, la sola a dire una parola chiara in temi di etica sessuale e di bioetica, la sola che riproponga il valore dei Dieci Comandamenti.
D. – Cosa dire del Codice da Vinci?
R. – Guardi, tutto il libro è una proterva distorsione della verità. Per esempio, negare la divinità di Gesù e affermare che la inventò il Concilio di Nicea del 325 d.C. significa proprio falsificare la storia. Già subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quindi intorno agli anni 40 d.C., la Chiesa così cantava nel famoso inno contenuto nella lettera di San Paolo ai Filippesi: “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio”.
D. – La Chiesa oggi cosa fa per difendere le verità di fede?
R. – Continua la sua opera di difesa della dottrina mediante il Magistero del Papa e dei vescovi. E oggi, comunque, mediante la Congregazione per la Dottrina della Fede continua a proteggere il popolo cristiano anche mediante la correzione di ipotesi teologiche sbagliate.
D. – C’è, quindi, da aspettarsi una confutazione ufficiale del Codice da Vinci?
R. – Non credo, perché il libro a mio parere non merita tanto, essendo sprovvisto proprio di cultura storica e biblica, ma le Chiese e le comunità cristiane dovrebbero parlare più forte, cioè gridare la verità dai tetti, come dice il Vangelo, per arginare la menzogna, che purtroppo usa tutte le armi della persuasione mediatica per ottenere questo consenso di massa.
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“Il Codice da Vinci: un inganno magistrale”: è il titolo di un documentario realizzato da Mario Biasetti per l’agenzia Rome Reports News, che racconta come il romanzo di Dan Brown sia costruito su un castello di mistificazioni. La presentazione del video si è svolta stamani alla Sala Stampa Estera di Roma. All’evento, che precede di tre giorni l’uscita del film che al romanzo si ispira, hanno partecipato tra gli altri la storica dell’arte, Elizabeth Lev e il teologo gesuita della Gregoriana, Gerald O’Collins. Proprio a padre O’Collins, abbiamo chiesto di indicare le principali falsificazioni presenti nel “Codice da Vinci”: RealAudioMP3


Il regista de “Il Codice da Vinci”, Ron Howard, si è rifiutato di inserire una nota introduttiva al film che sottolinei come questo sia frutto della fantasia, senza pretesa di attendibilità storica. La richiesta era stata formulata dalla Prelatura dell’Opus Dei che, nell'omonimo libro di Dan Brown, viene descritta come una setta intenta a nascondere verità fondamentali sulle origini del Cristianesimo, svelate dal libro. Secondo il romanzo, per esempio, sarebbe stato Costantino, solo nel 325 con il Concilio di Nicea, a stabilire la divinità di Cristo. Una falsificazione vera e propria, come sottolinea il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto: RealAudioMP3

Il suo successo è legato a doppio filo al nome di Leonardo Da Vinci, ma il fantasioso romanzo di Dan Brown travisa la figura del genio italiano e ne mistifica l’opera. Nel suo romanzo, a cui si ispira una mega produzione cinematografica, Brown sostiene che nell’Ultima Cena di Leonardo la persona seduta accanto a Gesù non sarebbe San Giovanni, il più giovane dei discepoli, ma Maria Maddalena. Una tesi bislacca, come sottolinea il prof. Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo da Vinci: RealAudioMP3

“Non ha né credenziali né capacità come storico”: con queste parole, il 7 aprile scorso, il giudice Peter Smith ha assolto il romanziere Dan Brown dall’accusa di avere plagiato Il Santo Graal, saggio pubblicato nel 1982, basato su documenti riconosciuti come falsi. Ora, però, il Codice Da Vinci sta per approdare nelle sale cinematografiche di tutto il mondo accompagnato dallo slogan “La verità sarà svelata”. Un’ambiguità che non può essere considerata innocua. Ecco la riflessione dello storico Franco Cardini: RealAudioMP3







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