KENYA: I VESCOVI LANCIANO UNA COLLETTA PER I SEMINARI IN DIFFICOLTA’ FINANZIARIE A
CAUSA DEL CALO DELLE DONAZIONI DALL’ESTERO
NAIROBI, 21 apr. ’06 - “Invitiamo tutti i cattolici del Kenya a contribuire
alla formazione dei suoi futuri sacerdoti”. E’ l’appello rivolto dall’arcivescovo
Nicodemus Kirima, presidente della Commissione per i seminari della Conferenza episcopale
del Kenya, in una lettera indirizzata alle diocesi del Paese. I quattro seminari kenioti
devono infatti fare i conti con crescenti difficoltà finanziarie legate al progressivo
venire meno dei finanziamenti dall’estero: nel corso degli anni si è passati da mille
dollari a studente per anno ad appena 300. Di qui la decisione dei vescovi di correre
ai ripari con una raccolta di fondi nelle parrocchie. L’obiettivo, spiega la lettera
di mons. Kirima, è di “raccogliere sei milioni di shillings (poco più di 84mila dollari),
di cui due dedicati alle spese generali e quattro assegnati ogni anno ai seminari
per le spese di cui hanno bisogno”. Dall’indipendenza del Kenya nel 1963 i contributi
dall’estero hanno coperto la maggior parte delle spese dei seminari kenyoti. La riduzione
di questi contributi, ha spiegato all’agenzia ecumenica Eni il segretario esecutivo
della Commissione episcopale per i seminari padre Moses Muraya, è dovuta, da un lato,
al taglio dei sussidi della Santa Sede e, dall’altro, al calo delle donazioni dai
Paesi occidentali. Sulle cause di questo calo padre Muraya non ha dubbi: “Il mondo
cambia: i cristiani che ci hanno aiutato in passato sono oggi anziani. Sappiamo inoltre
che l’interesse si è oggi spostato ad altri problemi, come l’ambiente. La fede in
Occidente è meno forte che in passato”. (Apic – ZENGARINI)