2006-04-21 19:26:51

FILIPPINE: SODDISFAZIONE DELLA CHIESA PER LA DECISIONE DELLA PRESIDENTE ARROYO DI COMMUTARE ESECUZIONI IN ERGASTOLI




MANILA, 21 apr ’06 - Durante le festività pasquali la Presidente delle Filippine Gloria Macapagal Arroyo ha annunciato l’intenzione di commutare tutte le condanne a morte comminate nel Paese in altrettanti ergastoli. La decisione, ha spiegato il portavoce della Arroyo “è maturata dalla contemplazione e dalla meditazione sui valori cristiani” e dalla convinzione del Presidente che “sia bene per la Nazione imparare a perdonare senza rinunciare alla giustizia penale”. Essa ha peraltro suscitato reazioni contrastanti nell’opinione pubblica filippina, soprattutto tra le famiglie delle vittime, al punto che che c’è il timore che alcune di esse possano cercare di farsi giustizia da sole contro i carcerati graziati. Decisamente favorevole al provvedimento, invece, la Chiesa filippina che insiste per l’abrogazione della pena capitale, decisione che spetta al Congresso. “La nostra preghiera – ha commentato il presidente della Conferenza episcopale mons. Angel Lagdameo – è che non sia solo un atto umanitario del Presidente, ma che il Congresso abolisca con una legge la pena capitale”. I vescovi da tempo si battono per l’abolizione della pena capitale nelle Filippine argomentando, tra l’altro, che essa non è un deterrente contro il crimine, che si può combattere solo riducendo “la corruzione, l’immoralità e la povertà” diffuse. “Dobbiamo trovare altre vie per difendere la società – ribadisce mons. Pedro Arrigo, presidente della Commissione episcopale della pastorale carceraria – senza dover ricorrere alla pena di morte, che porta solo fuori quanto di peggio c’è in noi”. Come cristiani “siamo convinti – ha aggiunto – che ai colpevoli debba essere data la possibilità di pentirsi, cambiare vita, attitudini e fare ammenda per le proprie azioni”.
Attualmente sono più di mille i condannati a morte nelle Filippine anche se dalla moratoria introdotta in occasione del Giubileo del 2000 non ci sono più state esecuzioni.
(AsiaNews – ZENGARINI)








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