2006-04-15 16:10:08

Il commento di padre Rupnik al Vangelo di Pasqua


In questa Solennità di Pasqua la Liturgia ci propone il brano del Vangelo secondo Giovanni in cui Maria di Màgdala, nel giorno dopo il sabato, si reca al sepolcro di buon mattino e vede che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corre allora da Simon Pietro e da Giovanni e dice loro:


“‘Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto’!… Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”.


Su questo brano evangelico ascoltiamo il teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik: RealAudioMP3


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Attraverso tutto il Vangelo di Giovanni corre una discussione riguardo all’origine di Cristo, e più lui insiste che viene dal Padre, più è radicale l’incomprensione, soprattutto dei potenti e delle autorità religiose. Così, Cristo sposta l’attenzione alla sua meta: dove va. E’ disceso dal Cielo e al Cielo è stato innalzato, come un’offerta gradita al Padre. Maria di Magdala va alla tomba del suo Signore, giacché punto di arrivo di ogni essere vivente sulla Terra è la terra, la polvere, la tomba. Ma la tomba di Cristo è vuota, perché il Padre ha glorificato suo Figlio e il suo amore lo strappa alla putrefazione. Cristo è stato appeso sulla Croce con quella carne nostra che Lui ha assunto; lì è morta, e con essa anche la sua mentalità, mentalità che ragiona nell’ottica della tomba. Con lo stesso Corpo, Cristo però è risorto, e lì è la nostra umanità nuova, con una mentalità che ragiona in comunione con il Padre, dunque non soggetta alla corruzione del peccato.
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