SRI LANKA: NONOSTANTE PROTESTE DELLE MINORANZE CRISTIANE PROCEDE L’ITER DELLA CONTROVERSA
LEGGE ANTI-CONVERSIONI
COLOMBO, 13 apr – Nonostante le promesse del nuovo governo per il rispetto
della libertà religiosa in Sri Lanka, procede l’iter della controversa “Bill on Prohibition
of Forcible Conversion”, meglio conosciuta come legge anti-conversione. Il 5 aprile
il presidente del Parlamento srilankese ha nominato i membri del Comitato legislativo
permanente incaricato di esaminare il testo finale della legge. L’approvazione da
parte della Commissione è l’ultimo passo prima della votazione definitiva. Cattolici
e minoranze religiose in Sri Lanka si dicono “allarmati” dalla notizia e chiedono
al nuovo presidente Mahinda Rajapakse di rispettare le promesse fatte ai cittadini
dopo il suo insediamento lo scorso novembre. Proposto nel 2004 dal partito nazionalista
buddista Jathika Hela Urumaya (Jhu), il testo prevede che ogni cittadino convertito
debba informare della sua decisione le autorità locali entro un periodo stabilito
e severe pene per chi converte “persone da una religione all’altra con la forza o
con mezzi fraudolenti”. Nel maggio 2005 la proposta di legge è stata parzialmente
approvata con qualche emendamento, dopo che nel 2004 la Corte Suprema aveva dichiarato
incostituzionali alcune sue parti. Ora il Comitato legislativo permanente, studierà
gli emendamenti proposti e passerà il testo al Parlamento. Secondo alcuni analisti
cristiani a Colombo, ci sono molte probabilità che la legge passi “nonostante contravvenga
i principi stessi della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo”. “Il Parlamento
potrebbe fermarla - avvertono gli esperti - solo se il voto sarà segreto, altrimenti
nessuno avrà il coraggio di esprimersi contro”. (AsiaNews – ZENGARINI)