POLONIA: POLEMICHE SU COSTRUZIONE DI UNA GRANDE BASILICA A VARSAVIA IN RICORDO DELLA
CADUTA DEL COMUNISMO E DI GIOVANNI PAOLO II
VARSAVIA, 11 apr - Il divieto di finanziamenti statali alla costruzione di
“una chiesa che apparterrà al patrimonio storico della nazione polacca è incomprensibile”.
Così il cardinale primate di Polonia Jozef Glemp, ha commentato nei giorni scorsi
le proteste dell’opposizione agli stanziamenti decisi dal partito di maggioranza per
la costruzione a Varsavia di una grande basilica in ricordo della caduta del comunismo
e del pontificato di Giovanni Paolo II. I fondi sinora raccolti dalle donazioni private
per il progetto, lanciato alla fine degli anni Novanta, sono insufficienti. Per questo
il nuovo partito di governo Diritto e giustizia ha deciso di stanziare un contributo
statale, bollato come illegittimo dall’opposizione, in quanto la legge vieta finanziamenti
pubblici ai luoghi di culto. Secondo i deputati della maggioranza , invece, i fondi
saranno usati per il museo adiacente dedicato a Giovanni Paolo II e quindi si tratterebbe
“di un investimento culturale e non religioso”. Per il cardinale Glemp, che nel maggio
2002 ha posto la prima pietra dell’edificio, benedetta tre anni prima da Giovanni
Paolo II, non c’è non c’è nulla di strano che la Chiesa chieda aiuti finanziari allo
Stato: “Questa chiesa apparterrà all’intera nazione”, ha detto all’agenzia polacca
Kai. “Il divieto di finanziamenti statali alla sua costruzione – ha aggiunto - è incomprensibile,
poiché il bilancio statale comprende i contributi dei cittadini, il 90 per cento dei
quali sono cattolici”. Il complesso in costruzione sarà grande 6.500 metri quadri
e avrà una cupola di 64 metri di diametro. (Apic – ZENGARINI)