Domenica delle Palme: il Papa sottolinea il mistero di Cristo e della Croce. L'invito
a non opporre mai violenza a violenza. Benedetta la croce della GMG di Sydney
(9 aprile 2006 - RV) Cristo viene per “divenire un regno di pace in mezzo a questo
mondo lacerato”: lo afferma Benedetto XVI spiegando la profezia compiuta quando Gesù
entra a Gerusalemme osannato dalla folla. E poi afferma che “la domenica delle Palme
è diventata giorno della gioventù”. Oggi, infatti, si celebra la Giornata Mondiale
della Gioventù a livello diocesano. E il simbolo delle GMG, la croce di legno portata
nel mondo tra un incontro e l’altro, è stata un altro momento forte della riflessione
del Papa all’omelia della celebrazione eucaristica in piazza San Pietro, e poi anche
all’Angelus. Dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto XVI rientrato nel suo
appartamento ha si è poi riaffacciato a salutare nuovamente i giovani, accolto da
una vera e propria ovazione dei giovani. Il servizio di Fausta Speranza:
********** Povertà,
pace, universalità: sono i tre punti fermi per la comprensione della profezia compiuta
con l’ingresso di Cristo a Gerusalemme e ricordata nel giorno della Domenica delle
Palme. Cristo entra a Gerusalemme “seduto sopra un puledro d'asina" (Gv 12,15; cfr
Zc 9, 9) racconta l’evangelista Giovanni ed è quanto aveva annunciato il profeta Zaccaria.
E il primo elemento è proprio la povertà: l’asino è “l’animale della semplice gente
comune della campagna”, spiega il Papa aggiungendo che l’animale lo aveva anche preso
in prestito e sottolineando che i discepoli solo dopo capirono che si dava compimento
a una profezia importante. Ma Benedetto XVI si sofferma anche sul concetto di povertà
per spiegare che non è assenza di beni ma disposizione del cuore: si può essere poveri
ma avere il cuore colmo di invidia e cupidigia. Nel cercare di purificare il cuore
- suggerisce – si deve anche riconoscere “il possesso come responsabilità, come compito
verso gli altri”. E il Papa usa parole forti: “La libertà interiore è il presupposto
per il superamento della corruzione e dell'avidità che ormai devastano il mondo”,
dice, aggiungendo a braccio “dappertutto”.
Dalla povertà, poi, passa
alla pace e all’universalità, altri doni di Cristo che viene. Nella profezia si legge
“l'arco di guerra sarà spezzato, annunzierà la pace alle genti”: ora noi capiamo che
Cristo annuncia la pace attraverso la Croce – ribadisce Benedetto XVI suggerendo una
bella immagine:
“Essa è l'arco spezzato, in certo qual modo il nuovo, vero
arcobaleno di Dio, che congiunge il cielo e la terra e getta un ponte sugli abissi
tra i continenti.”
E definisce la Croce anche “la nuova arma, che Gesù
ci dà nelle mani” – “segno di riconciliazione, segno dell'amore che è più forte della
morte”. Suggerisce di cogliere in profondità i significati di gesti per noi usuali:
“Ogni volta che ci facciamo il segno della Croce dobbiamo ricordarci di
non opporre all'ingiustizia un'altra ingiustizia, alla violenza un'altra violenza;
ricordarci che possiamo vincere il male soltanto con il bene e mai rendendo male per
male.”
E poi spiega come la pace implichi l’universalità: nella profezia
si parla del regno della pace dicendo che si estenderà “da mare a mare…fino ai confini
della terra”. E Benedetto XVI invita a ricordarci della “rete delle comunità eucaristiche
che abbraccia tutto il mondo – una rete di comunità che costituiscono il ‘Regno della
pace’ di Gesù da mare a mare fino ai confini della terra”.
In definitiva,
ci suggerisce il Papa “Questo grido di speranza di Israele, questa acclamazione a
Gesù durante il suo ingresso in Gerusalemme, con buona ragione è diventato nella Chiesa
l'acclamazione a Colui che, nell'Eucaristia, viene incontro a noi in modo nuovo.”
Tutto
ciò, in definitiva, si riassume “nel segno della Croce”. E a questo proposito il Papa
ribadisce l’essenziale da comprendere: “la Croce è il vero albero della vita. Non
troviamo la vita impadronendoci di essa, ma donandola.”
“L'amore è un donare
se stessi, e per questo è la via della vita vera simboleggiata dalla Croce.”
Il
papa ricorda che la concreta croce “che è stata ultimamente al centro della Giornata
Mondiale della Gioventù a Colonia, viene consegnata ad una apposita delegazione perché
cominci il suo cammino verso Sydney, dove – ricorda - nel 2008 la gioventù del mondo
intende radunarsi nuovamente intorno a Cristo per costruire insieme con Lui il regno
della pace.” Sottolinea che da Colonia a Sydney è un cammino attraverso i continenti
e le culture, un cammino attraverso un mondo lacerato e tormentato dalla violenza!”.
E all’Angelus, riprendendo il tema forte della Croce, Benedetto XVI saluta
in diverse lingue quanti sono giunti in San Pietro per la celebrazione delle Palme
e i giovani arrivati in particolare anche nella Giornata Mondiale della Gioventù a
livello diocesano. La croce che passa da giovani a giovani è “la croce che l’amato
Giovanni Paolo II ha affidato ai giovani nel 1984 affinché la portassero nel mondo
quale segno dell’amore di Cristo per l’umanità”.. Saluta il cCardinale Joachim Meisner,
arcivescovo di Colonia, e il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, presenti.
Della fede che accompagna il viaggio della croce dice:
“Questa
fede ce la insegna Maria Santissima, che per prima ‘ha creduto’ e ha portato la sua
propria croce insieme al Figlio, gustando poi con Lui la gioia della risurrezione.
Perciò la Croce dei giovani è accompagnata da un’icona della Vergine”
La
Croce è accompagnata, dunque, dall’Icona mariana delle Giornate della Gioventù e quest’anno
faranno tappa anche in alcuni Paesi dell’Africa, “per manifestare – spiega Benedetto
XVI - la vicinanza di Cristo e della sua Madre alle popolazioni di quel Continente,
provate da tante sofferenze”. Dal prossimo febbraio saranno accolte in diverse regioni
dell’Oceania, per attraversare quindi le diocesi d’Australia e giungere infine a Sydney
nel luglio 2008. “Si tratta – ribadisce il Papa di un pellegrinaggio spirituale che
vede coinvolta l’intera comunità cristiana e specialmente i giovani.” ********** Ed
erano tantissimi ieri in Piazza San Pietro i giovani giunti per celebrare non solo
la Domenica delle Palme ma anche la XXI Giornata Mondiale della Gioventù, a livello
diocesano, dal titolo: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".
Isabella Piro ha raccolto proprio le testimonianze dei ragazzi:
"Avrete la
forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”. E’ il tema
della prossima Giornata mondiale della gioventù che si svolgerà dal 15 al 20 luglio
2008 a Sidney in Australia. L’evento è stato presentato ieri nella sede della nostra
emittente. Alla conferenza, tra gli altri, hanno partecipato anche 70 giovani provenienti
dall’Australia e alcuni loro rappresentati del governo e del mondo della Chiesa. Il
servizio di Marina Tomarro: